Nel count down di fine legislatura, con il presidente del Consiglio Mario Monti che proprio oggi ha fatto il bilancio del suo anno da presidente, le questioni dibattute dei partiti sono sempre più legate alle regole del gioco (data delle elezioni e sistema elettorale): per dirla in termini accademici, le campaing issues (i temi di campagna) superano le policy (i temi sulle politiche).
Forse è anche questo il motivo è stato bocciato l’ordine del giorno, presentato dalla Lega Nord, sul decreto in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali per differire la data di entrata in vigore del Patto di stabilità interno per gli enti locali con una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, fissata dal Governo al 1 gennaio 2013.
In un comunicato fatto circolare dal gruppo ligure della Lega Nord, si punta l’indice su chi ha bocciato questo ordine del giorno: Pd, Pdl e Udc.
“Il Patto di Stabilità Interno penalizza e strozza i comuni virtuosi, quasi tutti al nord, a vantaggio di chi virtuoso non è per niente. Miliardi di euro presenti nelle casse dei Comuni sono bloccati con grave danno per i cittadini e le economie locali. Applicarlo anche ai piccoli comuni è una follia”, commenta a corredo del comunicato, Paolo Cenedesi, responsabile ligure della Lega per il fisco e la finanza locale.
Anche Sonia Viale, segretario nazionale Lega Nord Liguria, afferma che: “Il Patto di stabilità per i piccoli comuni deve essere cancellato. Si continua a pagare per i debiti di Roma, della Sicilia e della Calabria mentre l’anno prossimo i piccoli comuni non potranno dare servizi né pagare i fornitori”.