Genova. In attesa di notizie da Roma, dove dalle 15 è in corso il vertice sul decreto legge che dovrebbe sbloccare la produzione dell’Ilva, e dove stamani sono arrivati in autobus anche i lavoratori genovesi, nel capoluogo ligure, così come nella capitale, si respira la tensione dell’attesa.
Davanti alla Prefettura circa 500 operai sono giunti dallo stabilimento di Cornigliano e hanno bloccato il traffico di piazza Corvetto dove si sono registrati momenti di tensione con gli automobilisti poi risolti dalla sicurezza Cgil.
“Capisco la situazione di grande tensione – ha commentato il vicesindaco Stefano Bernini in presidio accanto ai lavoratori – l’incertezza rispetto al futuro siderurgia italiana si protrae da ormai troppo tempo, scoprendo anche i nervi di chi ha già affrontato cicli di cassa integrazione a causa della negativa situazione economica”. Il vicesindaco è in piazza “per testimoniare la grande attenzione della città di Genova verso la siderurgia”.
“Abbiamo avuto anni di esperienza siderurgica – ha ricordato Bernini – e la città ha affrontato il percorso di passaggio da ciclo integrale a siderurgia non impattante, ma abbiamo sempre considerato lavoro e ambiente insieme, come elemento unico in una comunità operosa come quella genovese”.
Il cerino ora è in mano al governo. “Chiediamo che l’esecutivo acceleri il passo, siamo di fronte a scelte strategiche che riguarderenno non solo Taranto Genova e Novi, ma anche molti altri lavoratori dell’indotto e il peso dell’Italia intera nello scenario europeo. Lavoro e ambiente devono andare avanti, abbiamo le conoscenze tecnologiche e l’evoluzione sociale economica per poterlo fare”.
Ma ricorda Simone Farello, capogruppo Pd a Tursi, “Il governo non si deve limitare a fare il decreto, cosa fondamentale, ma dovrà mettere in atto tutti gli strumenti per verificare che gli impegni richiesti all’imprenditore siano rispettati. Del resto la politica nazionale e locale e i sindacati lo chiedono e vigileranno”. Non si può secondo l’esponente Pd chiudere “in maniera semplicistica chiudere un settore che dà lavoro a 20 mila persone in Italia, un lavoro che non sarebbe delocalizzato lontano, ma si trasferirebbe vicino a noi, perché non esiste paese industriale senza siderurgia”. Quanto alla vicenda Ilva: “Se qualcuno ha sbagliato dovrà pagare anche duramente, del resto Genova insegna: rendere compatibile ambiente e produzione industriale si può”.