Cronaca

Ilva, il decreto slitta a domani. Tensione a Genova: un operaio ferito

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Genova. Mentre a Roma il vertice sull’Ilva termina con un rinvio al consiglio dei ministri di domani del decreto che dovrebbe portare alla ripresa della produzione, a Genova sale la tensione: circa 500 operai dell’Ilva hanno raggiunto dalle prime ore del pomeriggio la Prefettura per un presidio in concomitanza con l’incontro a Palazzo Chigi tra governo, azienda e parti sociali.

Con il passare delle ore l’apprensione è cresciuta: a quanto si apprende, a fine serata, un operaio in una coluttazione con le forze dell’ordine, ha ricevuto un colpo in testa, inferto con il manganello al contrario. Sul posto è intervenuta l’ambulanza. Il ferito, Fulvio Cheli, operaio di 47 anni, è stato trasportato all’ospedale Galliera in codice giallo per trauma cranico.

A Roma invece la delegazione di metalmeccanici, partita stamani all’alba con sei pullman, ha decideso per alzata di mano se rimanere a presidiare “il Palazzo” o se fare ritorno a Genova e occupare la fabbrica. Dalle ultime informazioni sembra aver prevalso l’ultima linea: i lavoratori si starebbero dirigendo ai pullman per tornare nel capoluogo ligure.

Il presidente del consiglio dopo le 17 aveva annunciato che “Il prossimo passo urgente è un atto del governo e lo strumento giuridico sarà il decreto legge. I tempi sono brevissimi, domani, finalizzeremo l’elaborazione in consiglio dei ministri” e che l’elaborazione “sarà in sintonia con le esigenze qui rappresentate”.

“Da parte di tutti gli intervenuti all’incontro è emerso grande rispetto per il lavoro della magistratura e la consapevolezza dell’esigenza di affrontare i temi ambientali e la salvaguardia della produzione e del lavoro a Genova, Taranto e Novi Ligure e più complessivamente nella filiera siderurgica e dell’industria manifatturiera” rendono noto la senatrice Pinotti e il deputato Mario Tullo (Pd). La senatrice, intervenuta all’incontro, ha chiesto “attenzione per le esigenze dello stabilimento di Genova, le cui sorti sono strettamente legate alla produzione dello stabilimento di Taranto”.
L’onorevole Tullo, che ha preso parte al corteo, ha espresso “grave preoccupazione per un clima di legittima esasperazione dei lavoratori”.

“La necessità e l’urgenza del provvedimento sono evidenti, ed è auspicabile che attorno al decreto si possa riscontrare la massima collaborazione da parte di tutti – ha commentato l’onorevole Michele Scandroglio (Pdl), membro della Commissione Lavoro della Camera – In questo drammatico momento deve prevalere il senso di responsabilità: la chiusura dell’Ilva avrebbe esiti catastrofici. Dare un altro vantaggio agli stranieri sarebbe il suicidio dell’industria italiana. Voglio leggere il testo del decreto – conclude il deputato ligure – prima di esprimere un giudizio”.

I dubbi e la preoccupazione di sindacati e lavoratori sono proprio sul contenuto del decreto. “E’ necessario dare continuità produttiva – ha detto il leader Fiom, Maurizio Landini agli operai – a tutto il settore, garantendo lavoro e salute sia delle persone che vivono in fabbrica sia dei cittadini”. Per questo, ha spiegato il segretario della Fiom, il sindacato ritiene positivo che la nuova Aia diventi un provvedimento di legge ma “è importante che ci siano due elementi di garanzia. Il primo è che i miliardi che sono necessari per bonificare l’area dell’Ilva siano garantiti dall’impresa o, in alternativa, dallo stato”. Ed inoltre, ha aggiunto Landini, “sono necessarie forme di controllo o commissariamento per garantire che gli impegni siano realizzati, fermo restando che nell’Aia ci deve essere il principio di tutela ambientale”.

Dopo aver ascoltato Landini, gli operai presenti in piazza hanno deciso di continuare il presidio e di dichiarare la continuazione dello sciopero dello stabilimento di Genova.

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