Albenga. La merce arrivava direttamente al porto di Genova dalla Cina e veniva trasportata nell’albenganese per essere rivenduta all’ingrosso o, tramite la rete, ai privati. Tra i prodotti messi in vendita, contraffatti e comprati a prezzi convenienti, anche numerosi giocattoli per bambini, totalmente privi delle condizioni di sicurezza richieste a livello europeo, con tanto di vernici tossiche e pezzi facilmente scomponibili capaci di mettere a rischio la salute dei più piccoli.
A discapito della legge e della salute, l’importante era fare affari.
La Guardia di Finanza li teneva d’occhio da tempo, con controlli stradali iniziati nei primi di novembre, dai quali erano emerse anomalie innanzitutto nei documenti di trasporto che indicavano la presenza sui camion di prodotti diversi rispetto a quelli effettivamente caricati e destinati a magazzini della zona di Albenga, Cisano sul Neva e Borghetto Santo Spirito.
Tre magazzini di due ditte differenti, gestite rispettivamente da un uomo e da una donna, tra i 40 e i 50 anni, residenti non lontano dai loro luoghi di lavoro, e con precedenti specifici. I due, che non hanno alcun collegamento fra loro, avevano dato vita alle loro aziende da circa tre anni, e prima avevano lavorato in altri magazzini all’ingrosso, che svolgevano regolarmente la propria attività.
Il blitz degli uomini della guardia di finanza di Albenga ha sorpreso i titolari in pieno “fermento”, in vista delle festività natalizie, un buon periodo per fare profitti. Nelle due aziende prestavano servizio anche due lavoratori in nero (uno ad azienda).
I prodotti pericolosi – si parla di accessori auto, asciugatori elettrici, accumulatori elettrici, orologi, 4000 pile difettose e inquinanti e, soprattutto, giocattoli per bambini dagli zero ai tre anni – sono però rimasti invenduti, grazie all’intervento delle scorse ore.
Questa merce, commercializzata anche via internet, era in fase di confezionamento e sarebbe stata spedita a numerosi dettaglianti della provincie di Genova, Savona, Imperia, Cuneo, Asti e Torino per essere poi esposta sui banconi e nelle vetrine dei negozi.
Sono state elevate sanzioni amministrative per un importo superiore a 500.000 euro. Durante le attività sono stati fra l’altro sottoposti a sequestro oltre 400 accessori auto contraffatti riportanti il logo delle maggiori case automobilistiche europee e nazionali.
I responsabili sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Savona per i reati di contraffazione e di commercializzazione di prodotti non sicuri.