Politica

Genova e le primarie, chi si schiera e chi vota: alle 20 la chiusura poi l’attesa dei risultati

primarie 2012

Genova. La storia delle primarie del Partito democratico alterna plebisciti a livello nazionale e ribaltoni a livello locale: Walter Veltroni e Romano Prodi da una parte (che poi il primo fece vacillare il governo del secondo è un’altra storia), Nichi Vendola in Puglia, Giuliano Pisapia a Milano e Marco Doria a Genova dall’altra.

Le primarie genovesi hanno rappresentato l’apice del “tafazzismo” della sinistra (per chi non se lo ricordasse, Tafazzi era il personaggio portato in scena da Giacomo del trio, ed era l’omino che si bastonava costantemente i genitali).

Marta Vincenzi sindaco uscente da una parte, Roberta Pinotti dall’altra, entrambe candidate dal partito. Come noto, vinse Marco Doria.

Pinotti dal suo profilo Facebook ribadiva ancora ieri sera il suo voto per Pierluigi Bersani: “@pbersani canta assai bene, ma quando parlavamo di lavoro era musica sentire che conosceva bene tutte le situazioni#iovotobersani”.

Il segretario uscente, come noto, non si deve difendere solo dallo spauracchio arancione rappresentato da Nichi Vendola, ma anche – o soprattutto – dal nuovo che avanza (o che prova a farlo): Matteo Renzi. Il sindaco fiorentino, a Genova, perlomeno tra le persone più in vista del partito, non sembra aver riscosso troppo successo.

Sulle pagine Facebook di Victor Rassetto compaiono appelli in favore del rottamatore: “… e speriamo che entri quest’Italia!, quell’Italia giovane, coraggiosa, ambiziosa, quell’Italia che Matteo Renzi potrebbe governare … Bersani e` una persona di valore certo ma per una volta vorrei che si pensasse al futuro, con coraggio. Renzi e` il futuro. E se lo vogliamo – un futuro – per questo paese credo che dovremmo sceglierlo. Buon lavoro Victor e forza Matteo Renzi!”. Non sono parole di Rasetto, però, sono quelle di un suo amico Roberto Pani. Simone Mazzucca, altro giovane del partito, si schiera con Bersani e rivendica i suoi tre minuti di coda per votare.

“Votate chi volete, ma andate a votare”, questo il monito del presidente della Regione Claudio Buralndo mentre fa la sua decisione al gazebo. Il sindaco Marco Doria si era presentato al seggio qualche ora prima, scartando le code nell’ora di pranzo.

La storia dei due dice Burlando per Bersani e Doria per Vendola. Ma il segreto dell’urna …

Il giudizio, al di là degli eventuali strali di stasera quando i risultati saranno noti, è unanime e dice che il centrosinistra ha dato una buona prova di democrazia. La funzione latente è stata quella di mettere il partito al centro del dibattito almeno dei media, di rilucidare i programmi, di dare visibilità a esponenti come la Puppato che avrebbero faticato a fare accendere su di sé riflettori e microfoni.

Genova continua a votare e lo farà fino alle 20. Dovrebbe dare una consistente mano per far superare al partito la fatidica soglia dei 3 milioni di votanti.

Dopo una giornata di code lunghe o brevi, di registrazioni online o offline, per chi ha partecipato, non rimane che aspettare i risultati sul divano.

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