Cronaca

Frana a Ceranesi, cemento armato e lavori di consolidamento: provinciale riaperta a tempi di record

Frana 226 - sopralluogo

Genova. Cantiere immediato e tempi rapidissimi per i lavori. Questa la formula che ha fatto riaprire (già sabato 24 pomeriggio, in anticipo di 36 ore sulle previsioni) la provinciale 4 dei Piani Praglia, dopo la frana che il 21 novembre si era abbattuta sulla carreggiata al primo chilometro, nel Comune di Ceranesi.

Massi e terra precipitando dal versante (parete di sostegno di una salita pedonale comunale) – avevano creato – dicono i tecnici provinciali – una profonda cavità nella parete e danneggiato anche un’auto di passaggio, fortunatamente senza conseguenze per gli occupanti.

L’intervento complesso a picco sul versante e le ridotte dimensioni della carreggiata in quel punto hanno imposto alla Provincia la chiusura del transito, con percorso alternativo per i veicoli diretti verso i piani di Praglia e il confine alessandrino da Pontedecimo a Campomorone, attraversando il ponte delle Ferriere per poi immettersi verso monte sulla provinciale di Praglia e tragitto inverso in direzione di Genova.

I tecnici della viabilità provinciale, coordinati dal commissario Piero Fossati, hanno subito liberato la strada e fornito supporto al Comune di Ceranesi, proprietario della pedonale sopra la frana, per avviare gli interventi di sistemazione e messa in sicurezza, finanziati dallo stesso Comune.

Una piastra esterna in cemento armato agganciata alla roccia e una speciale massa, tra i cinque e i sei metri cubi di calcestruzzo alleggerito e argilla espansa, per riempire la grossa cavità lasciata dalla frana e consolidare la parete di sostegno alla pedonale e versante della strada provinciale. In sintesi questi gli interventi che hanno permesso in soli tre giorni di riaprire questo importante collegamento della Val Polcevera, la cui chiusura aveva provocato anche disagi al traffico. “Ci spiace – dice Piero Fossati – ma la sospensione della circolazione, durata il minor tempo possibile, è stata inevitabile perché imposta da motivi di sicurezza”.

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