Genova. La legge regionale 38/2007 disciplina in Liguria, tra numerosi argomenti, il tema caldo dell’edilizia pubblica. Sono sempre di più, infatti, gli abitanti della nostra regione che necessiterebbero di un alloggio a canone convenzionato. Colpa della crisi, colpa anche della scarsità di alloggi ad un costo accessibile.
Il testo del 2007 prevede che, quando si costruisce o si riqualifica un’area, una piccola quota della metratura totale, circa il 10%, venga destinata all’edilizia sociale. In questi giorni, però, il Consiglio regionale discute di alcune modifiche al testo che prevedono un sensibile abbassamento di quella soglia.
I sindacati, in particolare quelli che rappresentano gli inquilini, sono perciò sul piede di guerra e questa mattina hanno iniziato un volantinaggio davanti alla sede della Regione: “Nella scorsa legislatura – spiega Stefano Salvetti del Sicet – avevamo conquistato una legge che prevedeva l’inserimento di edilizia sociale per un volume di almeno il 10% dove si costruisce e si trasforma, dato che non ci sono più piani di investimento e finanziamenti a livello nazionale”.
“Questa legge – continua – fa molti passi indietro, non c’è più neanche l’incentivo ai comuni a fare le varianti ed a inserire nei puc la previsione di alloggi di edilizia pubblica. C’è addirittura una legge regionale precedente che prevede che l’edilizia sociale sia uno standard e quindi vi è l’obbligo di farla”.
Colpite, quindi, le fasce più deboli: “Oggi bisogna dare una risponta alle persone che lavorano e magari guadagnano mille euro e quindi non si possono permettere gli affitti. Sono stati presentati degli emendamenti per correggere questa legge e noi li sosteniamo. Chiediamo un ripensamento ed un incontro per riuscire almeno a contenere i danni.
“Facciamo un appello al presidente Burlando – conclude – perché riapra la discussione sull’edilizia. Abbiamo un numero eccessivo di alloggi appena costruiti e vuoti e non c’è incontro tra domanda e offerta. Bisogna dare una risposta alle fasce più deboli sempre più numerose”.
Salvatore Teresi, segretario regionale della Filca Cils, punta invece il dito sulla trasparenza nel settore edilizio: “La modifica della legge interviene direttamente sul piano casa e manca una vera linea sul risparmio energetico e anche sulla trasparenza. Bisogna estendere le regole della stazione appaltante unica dal pubblico anche al privatov dove si annida il lavoro nero e l’infiltrazione mafiosa. C’è bisogno di trasparenza, la regione deve assumersi le proprie responsabilità”.