Cronaca

Chiossone, no dei lavoratori al contratto con Aris: “Non siamo uno spreco, vogliamo un contratto di qualità”

presidio lavoratori chiossone

Genova. Lavoratori e lavoratrici dell’Istituto Chiossone si sono riuniti in presidio questa mattina per manifestare la loro totale contrarietà alla decisione della direzione di applicare l’accordo raggiunto in sede nazionale con Aris, che modifica parte del contratto di lavoro.

Viene infatti aumentato l’orario di lavoro da 36 a 38 ore settimanali per tutti i dipendenti a partire dal mese di gennaio 2013 e si stabilisce che l’attuale retribuzione oraria è troppo alta: essa viene così ridotta del 25%.

“L’accordo che è stato siglato prevede l’aumento delle ore di lavoro, rimanendo sostanzialmente al vecchio stipendio però grazie al super minimo, questo non sarà possibile per i nuovi assunti che prenderanno circa 300 euro in meno di quelli che stanno lavorando adesso, questa è una discriminazione – afferma Luca Puglisi, riabilitatore dell’Istituto – inoltre noi pensiamo che questo contratto possa influire sulla qualità del servizio che si occupa di persone con problematiche, disabilità e anziani. Questo noi non lo vogliamo ma vogliamo che continui a esserci un servizio di qualità perchè la qualità va pagata e nel sociosanitario deve essere sempre cercata dalle istituzioni”.

I lavoratori chiedono di mantenere i loro diritti col contratto attuale, uscire da Aris (Associazione Religiosa Istituti Sociosanitari) che prevede questo contratto peggiorativo, siglare un altro contratto “che chiede solamente la normalità – prosegue Puglisi – In un momento di crisi non chiediamo delle cose impossibili, ma i nostri diritti che abbiamo ancora col nostro contratto, che è scaduto, e una qualità che venga ricercata”.

Se la matematica non è un’opinione, “lavorando due ore in più a settimana ogni persona coprirà più orario di lavoro e questo in futuro potrebbe dare l’opportunità di licenziare in vari settori, potrebbero esserci degli esuberi e anche questa è una nostra preoccupazione – prosegue il lavoratore – sappiamo tutti che le istituzioni stanno tagliando nella sanità e nel sociosanitario. Se a quei tagli governativi si associano anche dei contratti peggiorativi è ovvio che la situazione sta diventando particolarmente grave”.

All’Istituto Chiossone, onlus che lavora fin dal 1868, vengono seguiti numerosi pazienti, “ci occupiamo di riabilitazione visiva, c’è la residenza protetta per gli anziani, il Caprifoglio che si occupa di pazienti psichiatrici, ci sono i pluridisabili – afferma Puglisi – tante persone di cui ci occupiamo ogni anno in maniera fissa, si vedranno tagliati i servizi da parte delle Asl e del Governo che in questo momento pensano a far quadrare i numeri dimenticando che dietro a questi numeri ci sono delle persone e anche lavoratori con diritti che non devono essere toccati”.

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