Genova. “Un grande piano nazionale da 9 miliardi per mettere al centro il riassetto idrogeologico del territorio”. A un anno dall’alluvione di Genova è la richiesta del sindaco Marco Doria al governo, fatta durante la cerimonia in ricordo delle 6 vittime del 4 novembre 2011.
“Il territorio italiano è a rischio idrogeologico per tre cause: l’espansione edilizia degli anni ’50 e ’60, l’abbandono delle colline e il problema dei cambiamenti climatici – ha sottolineato Doria – Nove miliardi di euro è la somma per realizzare tutti gli interventi che servirebbero, suddivisa nel territorio nazionale, esiste un problema di scelte politiche a livello nazionale, di politica economica, di lavori pubblici, dei 9 miliardi secondo gli esperti a Genova ne servirebbero alcune centinaia di milioni di euro per mettere in sicurezza torrenti come il Fereggiano, il Bisagno, il Chiaravagna”.
Il sindaco ha lanciato anche l’idea delle obbligazioni di scopo per realizzare alcune opere e ha fatto l’esempio dello scolmatore del rio Fereggiano, il corso d’acqua che ha generato i lutti dello scorso anno. L’opera è ritenuta indispensabile per mettere in sicurezza la valle. “Il Comune l’ha inserita tra i progetti candidati ad aggiudicarsi i fondi del Piano per le Città del governo Monti, perché è un’opera di riassetto idrogeologico funzionale al recupero di un’area urbana. Si può anche ragionare su obbligazioni di scopo per realizzare l’opera, ma devono essere remunerate e bisogna trovare i sottoscrittori, mentre i vincoli del Patto di Stabilità sul Comune sono stringenti”