Cronaca

Terzo Valico, presidio contro il cantiere e blocco del traffico: “Giù le mani dalla Val Polcevera”

Genova. Oggi un presidio e poi una fiaccolata lungo il cantiere del campo base dei lavori, tra via Polonio e via Trasta, sabato prossimo, invece, una grande manifestazione di protesta in Valle Scrivia.

Dopo i presidi di quest’estate che hanno impedito di fatto ai tecnici del Cociv si rendere operativi gli espropri di case e terreni in Valpolcevera come in Valle Scrivia, il popolo No Tav torna a muoversi contro il Terzo Valico Ferroviario: in queste ore più di un centinaio di persone sta bloccando via Trasta, mentre alle 19.30 è prevista la fiaccolata lungo il perimetro del cantiere.

“Abbiamo intenzione di fare questo presidio – spiega Massimiliano – perché i lavori per il terzo valico stanno partendo in sordina. Vogliamo far vedere a tutta la popolazione di Fegino che invece ce ne siamo accorti e siamo qui apposta per protestare”.

“Non si tratta tanto di un’azione di disturbo – chiarisce Ennio – quanto di un’azione di sensibilizzazione: crediamo che questo, ancora prima che un grosso problema ambientale sia un problema culturale. In tempo di spending review, in tempo di fiscal compact, in tempi di tagli feroci si sceglie di finanziare le grandi opere e destrutturare i servizi sociali. noi ci opponiamo con tutta la nostra forza”.

Intanto cresce l’attesa per sabato: “La manifestazione in Valle Scrivia darà una svolta perchè saremo veramente tanti. Inizierà una nuova lotta contro quest’opera inutile, costosa e dannosa per la salute”.

Oggi a protestare non c’erano solo gli abitanti della Valpolcevera. Massimiliano viene da Borgo Fornari ed é un espropriato: “Il venti di luglio – spiega – é arrivata una lettera di esproprio temporaneo che toccherà parte della mia casa. In paese ci siamo informati e allora ci siamo attivati. Siamo qui per far capire che siamo assolutamente contrari all’opera: é un dispendio di denaro pubblico assurdo ed inutile. Abbiamo paura che possa succedere qualcosa alla nostra casa”.

La sua é una storia simile a quella di Tiziana, che invece abita sul versante a sud dell’appennino. “Vivo a Trasta – spiega – e non mi hanno esporopriato la casa, ma dei terreni. Avrò le trivelle a 200 metri da casa. La Valpolceverà è stata fin troppo martoriarata ed è ora di dire basta”.

C’é però spazio anche per l’ironia: “Di una cosa dobbiamo ringraziarli: hanno unito persone che non si conoscevano per una causa giusta e ci hanno fatto diventare amici – conclude Tiziana, mentre va a recuperare una fetta di pizza da un banchetto allestito in mezzo a via Trasta per rifocillare i “presidianti”. Poi si attende il buio e si accendono le fiaccole e le candele. Parte il corteo – assolutamente pacifico – che gira intorno al cantiere. Ad aprirlo uno striscione: “La Valpolcevera che resiste: si parte e si torna insieme”.

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