Cronaca

Sciopero della scuola, il corteo si scioglie a De Ferrari. “Ancora in piazza contro la privatizzazione dell’istruzione”

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Genova. Si è concluso attorno alle 13.00 con un’assemblea pubblica in Piazza De Ferrari il corteo degli studenti genovesi. Erano circa un migliaio, questa mattina alle 9.00 a Caricamento, da dove sono partiti, diretti prima verso la Prefettura, poi verso il Salone Nautico.

“Manifestiamo contro la svendita della scuola pubblica e la distruzione dell’università”, hanno spiegato. Motivazione anche alla base dell’eclatante gesto che ha visto i ragazzi raccogliere e collocare davanti all’entrata della Prefettura un comulo di macerie, ad indicare lo stato di degrado in cui versano gli istituti scolastici liguri e italiani.

Non poteva poi mancare la “sfilata” davanti alla Fiera di Genova, al cui interno va in scena il Salone Nautico. “Protestiamo – hanno attaccato – contro i tagli e le ingiustizie alle scuole e siamo qui dove si trova l’1% di persone in grado di potersi permettere una barca. Noi siamo il 99% della popolazione”.

Pesanti i disagi al traffico, insomma, per quello che, annunciano gli organizzatori, sarà soltanto il primo appuntamento di un autunno che si preannuncia caldo e di grande mobilitazione.

Intanto da piazza Raibetta questa mattina è partito anche il corteo degli insegnanti e del personale scolastico, che ha raggiunto Largo Pertini. “Protestiamo contro i tagli, per chiedere risorse le che mancano – ha spiegato Adriano Bertolini, Cgil – per costruire il futuro crediamo sia necessario investire di più, prendendo le risorse dove ci sono, ad esempio dai grandi patrimoni e dalle transizioni finanziarie. Senza una scuola di qualità questo Paese non uscirà dalla crisi”.

Gli obiettivi di insegnanti e personale scolastico sono chiari. “Bisogna assumere 100 mila precari, ridare soldi alle scuole per aumentare l’attività di accoglienza, sostenere gli enti di ricerca e assumere insegnanti di sostegno, che mancano – ha concluso il sindacalista – servono subito risorse di uomini e di donne, quindi serve piano che metta questo al centro dell’agenda del prossimo Governo”.

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