Recco. Sei partite nel giro di ventiquattro ore. Un concentramento intensissimo. Probabilmente, fin troppo intenso. Per i giocatori, chiamati a novantasei minuti di battaglia in così breve tempo. Per il pubblico che, a meno di alloggiare alla Zanelli, ha dovuto inevitabilmente fare una scelta riguardo alle partite da seguire. E infatti è stato tutt’altro che numeroso.
Si è partiti ieri, alle 18, con l’incontro tra Acquachiara e Savona. Alle 18 di oggi era in dirittura d’arrivo la sfida conclusiva tra Savona e Pro Recco.
Giocare in maniera così ravvicinata non è piaciuto ai tecnici delle squadre protagoniste. In particolare l’allenatore recchelino Riccardo Tempestini è chiaro nell’inviare alla Fin il proprio pensiero. “Partite a così breve distanza – afferma – non hanno aiutato noi e non aiutano la pallanuoto. E’ una cosa scandalosa. Sembra quasi che sia un qualcosa che si deve fare e allora lo si fa il più velocemente possibile”.
Tempestini, quindi, chiede un’altra formula per i gironi di Coppa Italia. “Secondo me – prosegue – o la si fa nella maniera giusta o non la si fa. Giocare alle 9 di mattina non va bene. Penso anche alla Florentia che ha giocato dopo di noi e poi nuovamente alle 15,30 una partita che poteva avere importanza perché la differenza reti poteva risultare decisiva per la qualificazione: non va bene”.
Sulla stessa lunghezza d’onda, anche se meno diretto, l’allenatore savonese Andrea Pisano. “E’ più una formula da torneo giovanile – dichiara -. D’altronde da un lato si vuole valorizzare la pallanuoto, dall’altro bisogna fare i conti con la situazione dell’economia. La pallanuoto è uno di quegli sport che in caso di una grossa crisi ne risente per primo”.
“In ogni caso – conclude – ne è venuto fuori un torneo di ottimo livello, giocato in un giorno e mezzo, anche se era da valorizzare in maniera molto più efficace”.