Ora solare: complice l’arrivo del maltempo, notti insonni per 250 mila bambini

bambini abbracciati

L’ora in più di sonno di oggi regalerà notti agitate alle famiglie italiane con bambini piccoli. Può sembrare un controsenso, ma portare indietro le lancette dell’orologio, come è accaduto stanotte con il ritorno dell’ora solare, insieme all’improvviso maltempo, che farà dire addio ai pomeriggi passati all’aperto, rappresentano una rivoluzione ‘ruba-sonno’ per 250 mila bimbi italiani: in pratica “un piccolo su due”.

Lo spiega Italo Farnetani, pediatra e docente dell’università degli Studi di Milano Bicocca, convinto che quest’anno anche ‘Cassandra’ contribuirà a complicare le cose ai bambini. L’arma segreta dei genitori, secondo il pediatra, “è portare comunque i piccoli all’aperto in questi giorni di adattamento, armati di ombrello e galosce” viste le previsioni meteo.

L’ora di sonno in più, spesso salutata con gioia dagli adulti, “si trasforma ogni anno in un’arma a doppio taglio per i bambini della Penisola, che faticano ad addormentarsi, incappando in insonnia, irritabilità e notti agitate”. I piccoli infatti sono molto abitudinari, specie con sonno e pasti. Il loro organismo, rispetto a quello di mamma e papà, ha inoltre minori capacità di adattamento. Ogni novità per i bambini rappresenta una “piccola rivoluzione”.

Del resto si sono abituati “per sei mesi ad andare a dormire, ad esempio, alle 21.30 – riflette il pediatra – Il loro ritmo sonno-veglia è dunque tarato sull’ora legale: improvvisamente domenica sera si ritroveranno a letto un’ora prima e si rigireranno fra le coperte ben svegli e arzilli. Stare a letto senza dormire, però, è il primo passo verso l’insonnia, di cui già normalmente soffre un piccolo su tre”. Non solo: quasi in tutta Italia l’estate si è prolungata con temperature anomale, che però hanno consentito finora ai bambini di stare spesso all’aperto.

“Per loro muoversi è fondamentale, e la stanchezza anche fisica è utile per garantire un buon sonno. Ora però, per colpa di Cassandra, i piccoli vedranno le loro giornate rivoluzionarsi”. Farnetani prevede dunque giorni ‘difficili’ per i bimbi italiani, ma anche per i loro genitori, soprattutto al ritorno a scuola. Anche per questo motivo, il pediatra ‘abolirebbe’ lo spostamento delle lancette.

“Sono contrario all’ora solare: manterrei l’ora legale tutto l’anno – dice – Questo perché poter contare su un’ora in più di luce al giorno, anche in inverno, fa crescere i bambini più sani e forti. Infatti potrebbero stare più tempo all’aperto, muovendosi di più. Si contrasterebbe, così, l’obesità ormai dilagante. Inoltre giocare al parco o in giardino ostacola lo ‘scambio’ dei virus, favorito nei luoghi chiusi, e combatte la solitudine”.

Ma dal momento che ci si deve adattare, è bene non sottovalutare la portata di questo cambiamento per i piccoli, ammonisce l’esperto. Almeno per la prima settimana dopo il cambio d’ora sarebbe bene che a scuola “gli insegnanti privilegiassero materie e attività che richiedono operazioni più ‘concrete’ rispetto a quelle teoriche”, aggiunge. Questo, in pratica, vuol dire che gli alunni delle elementari dovrebbero fare più compiti scritti, ad esempio temi o disegni, piuttosto che ascoltare spiegazioni orali.

E ancora: “Alle medie e alle superiori sono più indicate ricerche di gruppo o correzioni dei compiti – suggerisce Farnetani – che richiedono un impegno di tipo diverso, per aiutare i ragazzini a familiarizzare con il nuova ora rio”. Infine, per abituare i piccoli al nuovo ritmo, il pediatra consiglia a mamme e papà di mandare a letto il bambino domenica sera secondo la ‘vecchia’ ora legale, “magari facendo preparare loro disegni e addobbi per Halloween ormai alle porte”, e scalando poi 10 minuti al dì.

Nel frattempo “è bene portare sempre fuori il piccolo, nonostante la pioggia: stare all’aria aperta gli farà bene e lo farà stancare, attenuando l’effetto del cambio dell’ora. “Con gradualità – assicura Farnetani – in poco tempo il bimbo si abituerà al nuovo ritmo, ‘rosicchiando’ 10 minuti a sera. C’è chi ci metterà tre giorni, chi una settimana, ma alla fine tutti ‘digeriranno’ di nuovo il passaggio all’ora solare “.

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