Genova. “Il mio cliente è tranquillo, perché sa di non avere fatto nulla. Chiariremo la sua posizione mercoledì nell’interrogatorio di garanzia”. A parlare è Giancarlo Bonifai, avvocato di Piepaolo Cha, il direttore del settore Città sicura, ai domiciliari da venerdì nell’ambito dell’inchiesta sull’alluvione 2011.
Ad aggravare la posizione di Cha, che era indagato da lunedì scorso, sarebbe stato proprio l’ex disaster manager del Comune di Genova Sandro Gambelli che, davanti al pubblico ministero Luca Scorza Azzarà, avrebbe sostanziamente riversato sui suoi superiori Delponte e Cha, la responsabilità per il falso, precisando tra l’altro che lui, quando fu “ideato” il falso documento, era da tutt’altra parte, impiegato in compiti operativi, anche se poi ne fu l’autore materiale. Gambelli, meno di quarantott’ore quell’interrogatorio, è stato rilasciato, mentre Delponte e Cha sono finiti ai domiciliari.
“Mercoledì Cha – spiega il legale – spiegherà ai magistrati anche il suo ruolo, che non era né tecnico né operativo rispetto alle attività di Protezione civile. Il mio assistito si occupa di convenzioni, di contratti, dell’installazione delle telecamere e non di altro”. Il coinvolgimento secondo il legale “deriva dalla struttura stessa del Comune che vede la Protezione civile all’interno dell’area sicurezza, ma all’interno di questa struttura i ruoli sono ben definiti”.
Per il suo avvocato Cha sarebbe stato tirato dentro in quanto formalmente “superiore” di Gambelli.
Secondo il legale di Cha si tratta di accuse assolutamente false: “Un conto è dire che il mio cliente era presente e ha avuto un ruolo nel coordinare la verbalizzazione di un atto che conteneva il lavoro fatto da 40-50 persone, altro è dire che avrebbe chiesto di fare un falso”.
Da parte di Cha ci potrebbero esserci anche essere gli estremi per la querela: “Ma prima devo valutare giuridicamente le accuse che vengono rivolte al mio assistito” precisa Bonifai.