Genova. “Possiamo solo augurarci che un Paese come il nostro non voglia rinunciare ad una filiera importante come quella dell’acciaio”. Le parole di speranza del presidente della Regione Liguria Claudio Burlando arrivano a poche ore dal vero e proprio ultimatum che i giudici pugliesi hanno dato all’Ilva: l’azienda ha solo cinque giorni per spegnere gli altoforni dell’acciaieria di Taranto ed iniziare con i lavori di bonifica.
Una procedura che non bloccherebbe solo la fabbrica pugliese, ma che avrebbe gravi ripercussioni in tutta Italia. Non solo, infatti, la filiera italiana dell’acciaio subirebbe un colpo mortale, ma diversi stabilimenti sarebbero costretti a fermarsi. Quello di Genova Cornigliano sarebbe uno di questi, perché, è noto, lì si lavorano a freddo i coil prodotti a Taranto.
“Bisogna tenere insieme – ha continuato Burlando – salute e lavoro. Non mi rassegno all’idea che questo Paese perda l’acciaio ed almeno 20.000 posti di lavoro”.
Mentre i sindacati dei lavoratori sembrano indecisi sul da farsi, si aspetta da parte del Governo il rilascio di una nuova AIA (Autorizzazione di Impatto Ambientale) che consenta a Taranto di sopravvivere.
Procedura invocata anche dal governatore: “Sono convinto – ha concluso – che riusciremo a prendere decisioni importanti per costringere l’azienda a procedere con il risanamento, ma al tempo stesso riusciremo a mantenere attiva la produzione. mi sembra impossibile che un Paese come il nostro perda l’acciaio”.