Genova. Al momento è solo un rischio, anche se la possibilità che si tramuti in realtà è molto concreta: nel 2013 che si aprirà tra pochi mesi il Comune di Genova partirà da meno 28 milioni di euro.
A tanto ammonta, secondo le stime comunicate oggi dal sindaco Marco Doria e dall’assessore al Bilancio Franco Miceli, la “sforbiciata” che il governo Monti si appresta a calare su Palazzo Tursi.
“Così come nel 2012 il governo Monti ha tagliato ulteriori 7 milioni di euro al Comune di Genova nell’ambito dei 500
milioni di euro tagliati a tutti i Comuni italiani – ha spiegato Miceli – nel 2013 il taglio previsto di 2 miliardi di euro sulle casse di tutti i Comuni italiani rischia di colpire il Comune di Genova per quattro volte: 28 milioni di euro”.
Necessari, quindi, provvedimenti di contenimento della spesa comunale, in una situazione che, ha sottolineato il sindaco, rimane oltremodo incerta: “L’azione di contenimento della spesa era stata già avviata e noi la stiamo portando avanti: tagliando il superfluo in un sistema che di superfluo non aveva molto”.
Ma non solo, visto che anche la spesa per il personale si prevede in calo. “Non abbiamo rinnovato i contratti esterni – ha continuato Doria – e abbiamo risparmiato sui contratti più onerosi a cominciare da quelli dei dirigenti. Consapevoli, comunque, che in questo modo ci privavamo di competenze professionali, ma dovevamo fare i conti con la situazione finanziaria determinata dai provvedimenti governativi”.
Si risparmierà anche sui canoni di locazione: “Cercheremo di collocare gli uffici comunali in edifici di proprietà di palazzo Tursi, in modo da tagliare la spesa per i fitti passivi. Questo processo, già in atto, darà risultari ancora più significativi nel 2013”.
La situazione, però, rimane difficile: “La settimana scorsa – ha concluso Doria – ho partecipato all’assemblea nazionale dell’Anci e ho discusso con i sindaci di grandi e piccole città e anche con i ministri Passsera e Grilli. Da tutti gli amministratori locali presenti presenti è partito un coro unanime di denuncia delle difficoltà in cui si trovano i Comuni”.