Economia

Erzelli, Rossi (Sel): “Una missione senza mission: manca un piano di crescita scientifica e tecnologica”

matteo rossi

Regione. La costituzione del polo tecnologico di Erzelli sulla carta doterebbe Genova del più grande polo scientifico e tecnologico d’Italia potenzialmente vitale per il rilancio del lavoro e della Ricerca nella nostra Regione. Il condizionale è d’obbligo perché, a tutt’oggi, ancora molte sono le questioni da affrontare che pongono seri interrogativi sul buon esito dell’operazione stessa.

Matteo Rossi capogruppo in Regione per SEL riapre la questione presentando oggi in consiglio un’Interrogazione a risposta scritta sul tema.

“I Parchi Tecnologici sono realtà presenti in moltissime città e l’idea di realizzarne una a Genova non ha certamente di per se stessa quella forma di singolarità che da sola può garantirne il successo” afferma Rossi “Il nodo dell’intera questione, a mio avviso, è che ancora nulla è stato detto sulla mission del Parco, ossia su cosa si intenderà focalizzare le attività della Tecnopoli, sulle sinergie che si dovranno creare tra le realtà di Ricerca e Industriali già presenti sul nostro territorio. Senza un valido piano di crescita scientifica e tecnologica è impensabile pensare nel buon esito del Progetto Erzelli, a maggior ragione in un momento di tagli”.

Matteo Rossi mette il dito nella piaga sottolineando anche l’urgenza di definire al più presto il “board tecnico-scientifico” ossia l’organismo che preveda oltre a Ght e altri gruppi privati anche l’Università e personalità indipendenti con sufficiente esperienza internazionale per condurre a buon fine l’operazione.

“Abbiamo l’opportunità e il dovere di rilanciare l’economia e il lavoro nella nostra Regione” continua Rossi “Questo lo si realizza solo attraverso l’individuazione di comuni interessi scientifici ed economici. La definizione di un chiaro piano scientifico-industriale permetterà non solo il successo “dell’impresa” ma anche la razionalizzazione con conseguente risparmio e riduzione di sprechi. Penso, ad esempio, che i benefici della concentrazione fisica in un unico luogo dovrebbero essere legati alla condivisione di strutture e apparecchiature già presenti i cui costi di acquisto e gestione risulterebbero proibitivi se affrontati da una singola unità (pubblica o privata).

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