Genova. “La situazione di Ericsson si sta aggravando e ai lavoratori vanno date risposte precise sul proprio futuro. Per questo, dopo aver presentato un ordine del giorno a luglio approvato all’unanimità, ho depositato un’interrogazione a risposta immediata che auspico venga discussa al più presto in consiglio”.
Così Commenta Maruska Piredda, consigliere regionale e responsabile Lavoro Welfare di Italia dei Valori per Liguria e Lombardia, che questa mattina ha partecipato al presidio di volantinaggio organizzato a Genova, in via Garibaldi, dai lavoratori della multinazionale svedese delle telecomunicazioni per protestare contro i tagli annunciati per 94 lavoratori, circa il 12% dell’attuale forza lavoro nel capoluogo ligure.
“Nell’interrogazione chiediamo chiarimenti sul destino occupazionale dei lavoratori e se è prevista l’istituzione di un tavolo tecnico per risolvere questa difficile vertenza, che si è aggravata in questi giorni dopo il rifiuto da parte dell’azienda di avviare uno spin off che avrebbe previsto l’impiego di 54 lavoratori. Alla luce di questa scelta aziendale – prosegue Piredda – di cui non si conoscono le motivazioni precise, le ombre che si addensano sul destino dei lavoratori genovesi di Ericsson sono sempre più lunghe. Infatti, oltre ai 94 esuberi annunciati a luglio, in forse potrebbero esserci circa 140 dipendenti”.
Genova, la città dove proprio in questi giorni è in corso il Festival della Scienza, “non può permettersi di perdere il kwon how di un’azienda, erede dell’eccellenza dell’ex Marconi che fino al 2006, prima di essere acquisita da Ericsson spa, occupava circa 1.150 persone, oggi ridotte a 762 oltre a 110 dirigenti.
La Regione ha il diritto di conoscere quali siano i piani futuri dell’azienda che, ricordo, riceverà circa 42 milioni di finanziamenti pubblici (di cui 11 della Regione stessa) per il trasferimento nel polo tecnologico. Saltata l’operazione dello spin off – sostiene Piredda – sorge il dubbio su cosa farà Ericsson nel nuovo centro degli Erzelli, dato che proprio la nuova azienda, dove sarebbero stati dirottati 54 dipendenti della multinazionale, si sarebbe dovuta occupare dello sviluppo dei programmi cofinanziati dalla Regione. A oggi, per come si stanno mettendo le cose, si rischia che sulla collina di Sestri Ponente sorga un “polo fantasma”, mentre l’azienda fruirebbe comunque dei contributi pubblici dichiarando magari anche altri esuberi”.