Genova. Lo slogan “Esserci è un’altra cosa” rende bene l’idea ed in effetti gli spettatori del Teatro Carlo Felice che i primi giorni di febbraio assisteranno al celebre balletto “Il Lago dei Cigni” assisteranno ad uno spettacolo forse unico al mondo.
Si tratterà di un vero e proprio balletto classico danzato interamente sul ghiaccio, prodotto sul palco del Teatro grazie ad una particolare tecnologia.
Un grande sforzo, in una situazione a dir poco complicata. “Si tratta di una stagione – ha detto il sovrintendente del Carlo Felice Giovanni Pacor, durante la conferenza stampa di presentazione della stagione 2012-2013 – che vale più dei soldi che costa, sicuramente vale il doppio in termini montetari. Ci sono ad esempio i migliori cantanti del panorama internazionale. Si tratta di grande sforzo e voglio ringraziare tutti quelli che si danno da fare per questi obiettivi”.
“Come tutti gli enti lirici italiani – ha affermato il sindaco di Genova Marco Doria – anche il teatro Carlo Felice è un’istituzione dagli equilibri finanziari molto delicati. Sul fronte delle entrate sono sempre decisivi i contributi dei soggetti pubblici, quindi ci siamo impegnati in una operazione che punta a ridurre i costi. E’ però chiaro che in tutta Italia, per usare una espressione marinara, si naviga un po’ a vista”.
Quel che è certo è che al Carlo Felice è venuto in parte a mancare anche il finanziamento degli investitori privati. “Facciamo appello – ha continuato Pacor – al fatto che abbiamo bisogno di pubblico, di vendere biglietti e abbonamenti ed ottenere dei ricavi. In questo momento le istituzioni hanno confermato il loro apporto, ci manca la parte privata. Le fondazioni sono private e hanno bisogno di contributi privati. Pensare che una città imprenditoriale come Genova non riesca a trovare una soluzione è impensabile”.
“Il comune di Genova – ha concluso Doria – nel 2013, per effetto delle manovre finanziarie degli anni scorsi, vedrà gli introiti dallo Stato diminuiti di 40-50 milioni di euro. L’obiettivo è mantenere il contributo per il Carlo Felice almeno sui livelli attuali. Quello che è certo è che non si può contrapporre la cultura al sociale, i musei alla manutenzione. Una città di qualità deve avere eventi culturali adeguati”.