Regione. Non c’è pace per i balneari e la protesta contro le aste delle concessioni demaniali previste dall’Unione Europea con la direttiva Bolkestein, continua anche in modo plateale. Marcello Di Finizio (proprietario de “La voce della Luna”, sul lungomare di Trieste) è nuovamente sulla cupola di San Pietro a Roma, “per lottare per i suoi diritti di lavoratore soppressi dalla direttiva europea, che sta mettendo in strada migliaia di famiglie che hanno in concessione piccole-medie imprese turistico-balneari”.
Marcello, contattato al telefono da Giovanni Botta di Comitato Balneari Liguria, che lo ha esortato a scendere più volte, ha ribadito che, questa volta, non scenderà dalla cupola se non vedrà gli esiti concreti della sua azione. In altri termini sino a che la questione balneare non sia sicuramente risolta.
Il Comitato Balneari Liguria sottolinea: “Non condividiamo l’iniziativa di Marcello, come non abbiamo condiviso in passato le sue scelte quando lo hanno portato a rischiare Ma, per chiarezza e per rispetto nei suoi confronti, non possiamo accettare in silenzio che i media continuino a stravolgere la ragione della sua protesta disperata, che non è una ‘messa in scena’ e ‘non ha una matrice fiscale’. Marcello Di Finizio non è un ‘disoccupato’, con tutto rispetto per chi ha perso il proprio posto di lavoro. E’ un imprenditore, capace ma sfortunato, concessionario demaniale marittimo”.
“Marcello – spiegano dal Comitato ligure – non è più in grado di ricostruire il suo locale perché, ormai privo di mezzi e con le concessioni in scadenza al 31 dicembre 2015, non gli è possibile finanziare l’operazione ricorrendo al credito bancario. Oggi Marcello si trova da ore sul tetto della cupola di San Pietro, rischiando di cadere nel vuoto, per protestare contro il sistema delle evidenze pubbliche, attraverso le quali si teme che siano assegnate le concessioni demaniali su cui operano le imprese balneari in attività. Questa procedura spietata, frutto di una errata quanto strumentale applicazione della Direttiva servizi, la Bolkestein, rischia di distruggere 30 mila imprese e di penalizzare gravemente lo stesso turismo balneare italiano”.
“Mettere a repentaglio la propria vita non può diventare una modalità normale e condivisibile di lotta, per quanto miopi, ottuse e addirittura sospette possano essere le scelte di chi ci governa. Questo non significa rinnegare l’amico, al quale siamo vicini con affetto e apprensione, ma dissociarsi dal metodo” conclude il Comitato Balneari Liguria.