Cronaca

Pendolari liguri di nuovo sul piede di guerra, sciopero del posto a sedere: “Noi non ci alziamo”

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Liguria. Lunedì 1° ottobre il comitato pendolari della Liguria ha organizzato lo sciopero del posto.

“E’ da questa estate che subiamo disagi e che viaggiamo con treni ridotti all’osso per quanto riguarda il numero delle carrozze. Ad esempio l’IC 504 ha viaggiato diverse volte con solo 7 carrozze, considerando che ne contava 10 c’è una bella differenza”, spiega il portavoce Carlo Palmieri.

“In queste ultime due settimane poi, con la ripresa effettiva di tutte le attività lavorative e studentesche, e la fine delle ferie, ci sono arrivate tante tantissime email relativamente alla mancanza di posti e treni strapieni all’inverosimile. Questo è un problema che accomuna sia i pendolari dei treni regionali che i treni a lunga percorrenza e pretendiamo che venga in qualche modo affrontato e risolto. Ci devono ridare le nostre carrozze fino ad allora non ci alzeremo dal posto e rimarremo seduti anche davanti alla prenotazione di altri viaggiatori”, prosegue.

“Abbiamo avuto pazienza, abbiamo voluto essere comprensivi vista la crisi, ma ora ci siano stufati e per questo lunedì 1° ottobre ricominciamo con le manifestazioni di protesta. Abbiamo organizzato lo sciopero del posto, non ci alzeremo davanti alla richiesta di altri viaggiatori che reclamano il posto a sedere. Con educazione spiegheremo che anche noi paghiamo salati abbonamenti insieme alla Carta Tutto Treno che nel giro di 4 anni ha quasi duplicato il suo prezzo, (nel 2008 il suo costo annuale era di100 euro oggi paghiamo 180 euro) a fronte di nessun miglioramento del servizio anzi di peggioramenti evidenti con tagli di treni e di carrozze e di stipendi, i nostri, che sono rimasti sempre gli stessi, anche di fronte ad un aumento esasperato di tutto”.

“Ci scusiamo, quindi, fin d’ora per il disagio che arrecheremo ma non accettiamo di venire trattati come delle “bestie” stipati nei vagoni….noi siamo abbonati, paghiamo e non ci alzeremo, abbiamo diritto anche noi al posto a sedere”, conclude Palmieri.

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