Ospedale di Pontecimo, la protesta dei cittadini in Regione: “No alla chiusura, Vapolcevera e Valle Stura abbandonate”

Pontedecimo. Ancora una volta i cittadini della Valpolcevera e della Valle Stura sono scesi in piazza per difendere l’ospedale di Pontedecimo dal paventato rischio di chiusura.

“Penso che aver chiuso tutti gli ospedali della Vapolcevera sia un grave errore perché la popolazione è vasta e soprattutto anziana. Questo è l’ultimo polo rimasto e chiudere il pronto soccorso e cardiologia significherebbe lasciarci veramente nei guai – dichiara Luigina Mainero, cittadina di Pontedecimo – Sappiamo già che Sampierdarena è alla saturazione, che per un intervento anche in codice giallo i tempi di attesa sono di 12 ore e non ci sono barelle a sufficienza. Non possiamo accettare che in Valle Scrivia e Polcevera venga soppresso anche l’ultimo presidio ospedaliero”.

Secondo i cittadini è inutile che l’assessore continui a ripetere che non si tratta di una chiusura. “Hanno già tolto un laboratorio di analisi, medici in chirurgia e quindi questo è il preludio di una chiusura totale fatta sott’acqua come hanno fatto al Celesia e in altri ospedali – conclude Mainero – Noi combatteremo con tutte le armi possibili, sperando di farcela”.

Le testimonianze davanti alla Regione sono diverse. “Sono qui in vece di mia madre, che è stata operata nel reparto di cardiologia di Pontedecimo e curata in collaborazione con l’ospedale di Boston – spiega Raimondo Parisi – la decisione di chiudere questo reparto è inspiegabile, visto che parliamo di un’eccellenza del territorio. L’unica cosa che penso, a questo punto, è che come sempre si vogliano favorire i soliti ospedali, quelli del centro, a discapito di quelli delle vallate”.

La lotta, quindi, non si ferma e i cittadini useranno tutte le armi legali a loro disposizione per salvaguardare l’ospedale.

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