Genova. Si chiama “Sciamano” e, a dispetto del nome, non utilizza alcuna magia. Piuttosto punta tutto sulla tecnologia. Il sistema, capofila in Italia nella lotta alla mafia, si avvale di un sistema molto semplice: avvisa le isituzioni tramite un sms in caso di pericolo di infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici.
“Sciamano” era stato presentato proprio a Genova alcuni mesi or sono dal prefetto Antonio Musolino e si avvale di una banca dati complessa nella quale inserire tutti i dati relativi all’azienda che ha vinto la gara, quelli dei subappalti compresi i dati degli automezzi e del materiale impiegato dalle ditte subappaltatrici, le forniture, i libretti di lavoro degli operai, l’origine dei materiali acquistati, la destinazione di quelli di risulta, oltre ovviamente ai certificati antimafia di aziende e soggetti.
Si ottiene così una specie di “griglia” attraverso la quale è possibile incrociare i diversi risultati a livello nazionale con quelli provenienti dalle diverse banche dati delle forze dell’ordine e inquirenti.
Proprio il mese scorso, in agosto, è scattato il primissimo allarme di “Sciamano”. L’allerta ha riguardato un appalto da oltre un milione di euro riguardante alcuni lavori di adeguamento idraulico al Rio Fegino. Puntuale è allora scattata l’allerta del sistema: sms e mail ai tutori della legge cittadini e, di conseguenza, controlli più approfonditi sulle opere pubbliche.
Una sperimentazione che sembra quindi aver avuto successo e che pone Genova tra le città in prima linea nella lotta alla mafia. Se “Sciamano” si dimostrerà efficace sarà probabilmente esportato in numerose altre regioni italiane.