Genova. E’ arrivato il giorno della Gronda in consiglio comunale e ancora una volta la discussione non sarà facile, visto che non mancano pareri favorevoli e pressing, ma esistono anche molte opinioni contrarie. “La conferenza dei servizi sulla Gronda non può più attendere”, ha dichiarato il presidente, chiedendo al sindaco di Genova Marco Doria di ”aprire subito la conferenza dei servizi sulla Gronda autostradale di Genova Ponente affinché la politica sciolga il nodo sulla costruzione dell’opera. La soluzione della Gronda dev’essere politica, prima che tecnica”.
”Ho ben chiaro che la Gronda crea problemi, ma serve al futuro di Genova – ha aggiunto il presidente -. Se vogliamo una città portuale ci vuole una nuova viabilità nel Ponente di Genova perché già oggi non si va, come fa a reggere un impianto infrastrutturale così debole?”.
Dello stesso parere il presidente dell’Autorità Portuale, Luigi Merlo. “Abbiamo attuato un piano regolatore che prevede la realizzazione della Gronda e del Terzo Valico e questo piano si sta concludendo con un grande aumento del traffico in porto – ha dichiarato – Ma senza infrastrutture si rischia di avere un porto efficientissimo, ma con enormi problemi per quel che riguarda la connessione”.
L’augurio di Merlo, quindi, è che si passi dalle parole ai fatti. “Mi auguro che il percorso individuato, a cui si è aggiunta la proposta che ha fatto il presidente della Regione per anticipare la conferenza dei servizi sulla gronda, possano portare a una soluzione che consenta di passare dal dibattito ai fatti – conclude – credo si possano affinare anche gli elementi di impatto ambientale, ma senza rallentare ulteriormente i progetti”.
Intanto, è uscita una nuova ipotesi: quella di un referendum sull’argomento. “Ne abbiamo parlato in giunta e ribadisco ancora una volta che la mia posizione è quella espressa più volte dal sindaco, cioè quella di aspettare che il percorso tecnico segua il suo iter e poi decidere – ha spiega l’assessore ai Lavori Pubblici, Gianni Crivello – è un tema molto delicato, che va affrontato con grande senso di responsabilità e nel contempo riflettendo a quali risposte dare. Domani avremo una serie di ordini del giorno, discuteremo e vedremo”.
Sull’ipotesi del referendum, Crivello spiega che: “Si tratta solo di un’indiscrezione, ma il referendum è indubbiamente un esercizio di democrazia importante, che qualche volta può avere anche effetti boomerang – conclude – comunque, potrebbe essere un modo per coinvolgere la città in queste decisione. Vedremo”. A favore delle grandi opere si sono sempre dichiarati anche il presidente della Camera di Commercio, Paolo Odone, e il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Calvini.
Ma le voci contrarie sono altrettante e sono soprattutto quelle dei cittadini che vivono nella zona in cui la Gronda dovrebbe essere costruita: centinaia di persone raccolte nel Comitati No Gronda, a cui aderiscono anche gli ambientalisti, contrari da sempre alle grandi infrastrutture che dovrebbero nascere a Genova.
E i Comitati No Gronda non vedono di buon occhio neanche la paventata possibilità di un referendum. “Allo stato attuale il referendum sarebbe assurdo. La questione Gronda è stata gestita malissimo dalla precedente giunta e il suo iter non è proseguito nella giusta direzione, eventualmente il referendum si sarebbe dovuto tenere alla fine del dibattito pubblico – scrive su Facebook Angelo Spanò, Comitato No Gronda Valpolcevera – comunque se proprio si dovesse tenere, dovrebbero parteciparvi solo ed esclusivamente i cittadini coinvolti dall’opera, non certo quelli che risiedono in Nervi, oppure in quel di Molassana, che della Gronda non sanno proprio nulla”.
Ma le voci contrarie non arrivano soltanto da fuori, ma sono ben presenti anche in consiglio comunale. Oltre al Movimento 5 Stelle, infatti, anche alcune parti della maggioranza avversano la Gronda, ovvero Fds, Sel e Lista Doria. “Costerebbe almeno 3,2 miliardi di euro. Un’opera dall’impatto molto forte dovuto anche al fatto che si costruisce in zone amiantifere: c’è la necessità di prestare la massima attenzione. Inoltre l’utilità dell’intervento è dubbia: verrebbe drenato solo il 20 per cento del traffico – ha ribadito più volte il capogruppo di Fds, Antonio Bruno – Spendere quella quantità di soldi e non risolvere il problema, perché il traffico è soprattutto interno a Genova, è una pazzia”.
Intanto, venerdì dalle 17 alle 19.30 presso la sala giunta del Comune di Genova, Lista Doria, Sel, Movimento 5 stelle e Federazione della Sinistrasi hanno organizzato l’incontro “Le infrastrutture che vogliamo: dall’ideologia all’analisi costi e benefici ”. Saranno presenti: l’architetto Paolo Rigamonti che parlerà di “Genova e i valichi ferroviari – analisi e proposte”; l’ingegnere Fabio Pittamiglio che parlerà di “analisi trasportistica degli interventi sul Nodo di San Benigno”.