Genova. A poche ore dall’arresto dei due anarchici coinvolti nelle indagini sul tentato omicidio di Roberto Adinolfi, il dirigente dell’Ansaldo gambizzato nel maggio scorso a Genova rilascia le prime dichiarazioni.
“Ringrazio tutti coloro che, con grande impegno e determinazione, si sono dati da fare per arrivare a questo importante risultato, dalle forze dell’ordine alle autorità competenti”.
Nel dirigente, però, continuano a prevalere sentimenti di stupore per l’accaduto: “Sono sicuro che questo contribuirà a rasserenare le tante persone che in questi mesi hanno condiviso con me il loro sbigottimento per un atto che non trova spiegazione”.
Roberto Adinolfi, 54 anni, venne colpito sotto casa sua a Genova il 7 maggio scorso, poco dopo le 8 del mattino. Un commando di due uomini lo attese in strada e gli sparò a bruciapelo un colpo di pistola ad un ginocchio che gli procurò la frattura della tibia. Poi i due fuggirono in moto. La moto fu ritrovata poco dopo, non lontano dalla stazione ferroviaria di Brignole.
L’attentato era poi stato rivendicato quattro giorni dopo, l’11 maggio, dalla Federazione Anarchico Informale (FAI) con un comunicato spedito da Genova alla sede del Corriere della Sera in via Solferino a Milano.
Oggi l’arresto di due uomini, Nicola Gay, 44 anni e Alfredo Cospito, 46, incastrati dall’occhio elettronico di una telecamera di sorveglianza.