Fondo non autosufficienza, Spi Cgil Liguria: “Intollerabile la mancanza di finanziamenti”

cgil genova

Genova. “La prima stesura del ‘decreto Balduzzi’ approvato ieri in Consiglio dei Ministri prevedeva misure importanti per ‘rispondere in maniera adeguata ai bisogni delle persone non autosufficienti’. Quell’articolo è stato attaccato da più parti; soprattutto non era chiaro come sarebbe stato finanziato, visto che il fondo nazionale per la non autosufficienza, cancellato dal Governo Berlusconi, non è stato rifinanziato dal Governo Monti. Nel silenzio dei media e del dibattito politico, l’articolo sulla non autosufficienza della bozza di decreto è stato completamente cancellato; e così l”acqua sporca’ della mancanza di finanziamenti è rimasta, ma sparisce  l’impegno per le istituzioni, Governo e Regioni, di definire un Programma nazionale per stabilire a cosa hanno diritto le persone ‘incapaci di compiere gli atti essenziali della vita quotidiana’; sparisce l’impegno per Stato, Regioni e Autonomie locali di erogare in forma integrata e coordinata le prestazioni assistenziali per la non autosufficienza, in ambito sanitario, sociosanitario e sociale, a partire dalle fonti di finanziamento già oggi disponibili”. A sollevare il problema è Anna Giacobbe, segretaria generale Spi Cgil Liguria.

“E’ intollerabile che il Governo non trovi una quantità di danari che non è poi così ingente, qualche centinaio di milioni di euro (il fondo sanitario nazionale, per fare un paragone, è di cento miliardi), da destinare in modo finalizzato al sostegno delle persone non autosufficienti, per promuovere un modo nuovo di lavorare dei servizi e un uso diverso dell’insieme delle risorse a loro destinate”.

“Per fortuna il decreto approvato ieri contiene una novità molto importante, l’utilizzo del lavoro dei medici di medicina generale sulle 24 ore, sette giorni su sette. Questo ci dà ragione su un punto fondamentale della piattaforma che i sindacati confederali hanno da mesi proposto alla Regione Liguria e sul quale ci è stata negata sino ad ora la possibilità di fare una discussione vera e arrivare ad una intesa. Su questo si può fondare una riorganizzazione dei servizi sanitari non ospedalieri capace di evitare ricoveri non necessari, non sovraccaricare i pronto soccorso, fare rimanere a casa loro, con una assistenza adeguata, gli anziani”.

Su tutto questo la Regione deve ora superare i suoi ritardi e le sue ‘timidezze’. Mancano risorse per i tagli nazionali, ma un sistema sanitario pubblico funzionante ed efficace reggerà in Liguria solo se cambierà profondamente e se i soldi saranno spesi in modo diverso. Mettere in discussione il proprio modo di lavorare è difficile per tutti, ma pensiamo sia necessario per gli utenti e nell’interesse degli operatori e di tutte le figure professionali”, conclude Giacobbe.

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