E’ allarme stalking: in Liguria il 18% è stato perseguitato almeno una volta

Violenza Donna stalking

Dal mese di gennaio al 10 di settembre di quest’anno sono state circa 90 le donne uccise da uomini che spesso conoscevano, e che – a seguito di una separazione o un rifiuto – hanno deciso di mettere fine alla vita di quelle che dicevano di “amare”. Una decina gli uomini che si sono suicidati dopo aver commesso un omicidio. Questo il drammatico dato divulgato dall’Osservatorio Nazionale Stalking.

Il 15% circa delle donne uccise aveva presentato denuncia per stalking, ma probabilmente sono state molte di più, tra le vittime, le donne perseguitate che non hanno presentato denuncia per paura, perché temono della loro incolumità e di quella dei familiari, per sfiducia nelle autorità, per la difficoltà di far fronte alle inevitabili spese legali.

I numeri ci dicono che almeno un persecutore su tre è recidivo, e dopo la denuncia o condanna torna a perseguitare la vittima, spesso con una ferocia maggiore dettata da uno spirito di vendetta che non viene minimamente mitigato dall’intervento delle autorità.

“Il Ministro in carica dovrebbe attuare una spending review anche sulle risorse economiche ed umane che i contribuenti, da alcuni decenni, hanno ‘dovuto’ destinare al finanziamento dei centri anti violenza, dei Comuni, Province e delle Regioni oltre che al Numero di Pubblica Utilità 1522 e alla Rete Nazionale Antiviolenza – dicono dall’Osservatorio – Le energie e le competenze profuse, a fronte dei finanziamenti ricevuti, indicano chiaramente che il lavoro solo sulle vittime non è efficace e che, per tentare di contenere le varie forme di violenza, stalking compreso, è necessario investire su una reale prevenzione che dovrebbe risiedere nel lavoro con i presunti autori ed i loro familiari”.

Dai dati emerge che in Italia circa una persona su cinque (il 20% della popolazione) ha subìto atti persecutori: il 70% delle vittime sono donne e il 30% sono uomini. Il persecutore è nel 55% dei casi un partner o ex partner, nel 5% un famigliare, nel 15% un collega o compagno di studi, e nel 25% un vicino di casa. In Liguria, la percentuale che riguarda le vittime perseguitate è pari al 18%.

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