Cronaca

Dragaggi in porto, domani assemblea pubblica, i comitati: “Vogliamo garanzie che i danni presenti e futuri vengano risarciti”

porto di genova

Genova. Non si placano le proteste in centro storico in merito ai dragaggi che da oltre un mese stanno interessando le acque di fronte a calata Gadda nel porto di Genova. Per domani sera alle ore 21 Assest (Associazione Centro storico est), insieme al Comitato spontaneo contro le esplosioni di San Bernardo, Molo, Mura delle Grazie, Vigna, Sarzano, Santa Croce, alla parrocchia san Torpete e ad Assoutenti, ha indetto un’assemblea pubblica al convento di Santa Maria di Castello.

Scopo dell’assemblea sarà l’organizzazione di manifestazioni di protesta per dire stop alle esplosioni. “Occorre monitorare gli edifici per la sicurezza di oggi e di domani – spiega Otello Parodi, leader del comitato del Molo – i cittadini senza questa garanzia diventano sudditi indifesi anche in rapporto ai danni futuri”.

Le associazioni chiedono che vengano individuati sistemi di sbancamento meno invasivi delle microcariche, che “ora esplodono ogni 15 minuti perché le barche che effettuano i dragaggi sono diventate due” spiega l’ex presidente della circoscrizione Centro-Est.

“Se, come ci hanno detto, le volate esplosive che sarebbero al massimo 4 al giorno non sono pericolose, ci devono spiegare perché non sono ancora riusciti a convincere il Ministro a firmare una deroga alla legge”.

“I residenti – ribadisce Parodi – non sono per principio contro i lavori da effettuare nel porto di Genova ma contestano il metodo con cui i lavori sono stati condotti e come è stata ed è gestita l’intera faccenda.

“Vogliamo certezze sui risarcimenti anche dei cosiddetti danni di soglia, come una crepa nell’intonaco o una plafoniera caduta perché nelle case di via del Molo danni di questo tipo ce ne sono stati parecchi”

Il monitoraggio, attuato finora solo su un numero limitato di edifici considerati più a rischio nella zona del Molo, “deve riguardare tutti gli edifici a partire da piazza Cavour e per buona parte del centro storico, perché se è vero che le oscillazioni non sono tali da provocare crolli, vogliamo garanzie rispetto al fatto che se tra due anni, a forse di oscillazioni, ci ritroviamo con crepe o infiltrazioni nelle nostre case, quancuno poi questi danni li risarcisca e non ci venga a dire che le esplosioni non c’entrano nulla”.

“In centro storico, dalla zona della Maddalena a salita del Prione ci sono edifici già a rischio, alcuni anche di proprietà comunale. Devono essere monitorati tutti e ci deve essere un ente esterno che certifichi la non pericolosità per cose e persone”.

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