Genova. “La richiesta di settori del Pd al Sindaco di Genova Marco Doria di sostituire l’IDV con l’UDC nella maggioranza di Tursi destabilizza l’accordo politico, che aveva consentito la sconfitta della destra (compresa il partito di Casini) e il candidato grillino”. Queste le parole di Antonio Bruno, capogruppo Fds.
“E’ chiaro che, in questo caso, anche il rappresentante della Federazione della Sinistra passerebbe formalmente all’opposizione, lasciando ai consiglieri della lista Doria (un mix di movimenti e comitati territoriali) e a SEL il compito di far cadere la giunta e andare alle elezioni, oppure chinare la testa e rimanere a fare la ruota di scorta alla nuova maggioranza centrista”.
In questi giorni si sta giocando una partita importante. “L’entusiasmo e la voglia di partecipazione che avevano accompagnato l’elezione di Marco Doria non era dovuta solo all’integrità morale del candidato, ma anche alla nuova politica sul territorio che questa elezione faceva prefigurare. In questo senso è assolutamente condivisibile la perplessità verso la Gronda autostradale (un raddoppio dell’autostrada Genova – Voltri), espresso da Doria. E’ importante stabilire l’effettiva strategitità di un’opera una volta stabilito il reale rapporto costi benefici. Importante perché per la prima volta in questa città un Sindaco sottolinea il costo esorbitante (oltre 3,2 miliardi di euro) a fronte di un impatto ambientale rilevante con gli scavi in zone amiantifere e a un’utilità tutta da dimostrare (sottrarrebbe meno del 20 per centro del traffico all’attuale tracciato)”.
“Stupisce però che tali ragionamenti non coinvolgano, invece, il Terzo Valico (collegamento ferroviario da Genova Fegino a Tortona dal costo simile a una manovra economica – 6,3 miliardi di euro, anche questo scavando in zone ricche del pericolosissimo amianto) – conclude Bruno – Incomprensibilmente, la TAV ligure piemontese viene condivisa acriticamente, nonostante contenga molte delle controindicazioni ambientali e di rapporto costi – benefici della Gronda”.