Diaz, raggiunto l’accordo per il pestaggio del giornalista inglese Mark Covell: 350 mila euro di risarcimento

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Genova. Sarà formalmente firmato il prossimo 3 ottobre a Roma e dovrà successivamente passare l’esame di congruità da parte della Corte dei Conti, ma l’accordo per il risarcimento del giornalista inglese Mark Covell, pestato a sangue in via Cesare Battisti davanti al cancello della scuola Diaz la notte del 21 luglio 2001, è stato raggiunto.

L’avvocatura dello Stato e il ministro Cancellieri hanno dato parere favorevole al risarcimento. La condizione imposta dal ministero è la rinuncia di Covell al ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

350 mila euro, questo l’importo concordato, pagati dal Ministero dell’Interno, civilmente responsabile per l’operato dei poliziotti autori del pestaggio, che non potrà però (a differenza di quanto avviene normalmente) rivalersi sui singoli responsabili in quanto mai identificati.

Nel corso del processo Diaz i legali dei poliziotti provarono a sostenere che il pestaggio era stato opera dei carabinieri, ma la ricostruzione dei fatti da parte della Corte di appello ha escluso quest’ipotesi.

Covell, giornalista free lance, è stata la prima persona che la polizia incontrò quella notte sulla strada del sanguinoso blitz, fuori dal cancello della scuola Diaz-Pertini. Fu pestato in due riprese, la seconda volta quando era già a terra: finì in coma con 8 costole rotte, numerosi denti saltati e diverse altre lesioni di cui alcune permanenti. I poliziotti non furono mai identificati.

La sua posizione è rimasta per questo fatto esterna al processo Diaz: era stato aperto un autonomo fascicolo contro ignoti per tentato omicidio, poi archiviato proprio per l’impossibilità di identificare i singoli responsabili. Il suo pestaggio era stato parzialmente ripreso da un operatore che si trovava nella scuola Pascoli, dirimpettaia alla Pertini.

Covell, difeso dagli avvocati Lavinia Botto e Massimo Pastore, era anche parte civile nel processo Diaz in quanto nel verbale di arresto era stato dichiarato che si trovava all’interno della scuola insieme agli altri 92 e per questo era stato arrestato in ospedale. Nel corso del processo di Cassazione, che si è concluso il 5 luglio 2012 con la condanna dei poliziotti, aveva però ritirato la sua costituzione di parte civile, proprio perché si stava avvicinando – dopo 11 anni – l’accordo per il risarcimento.

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