Genova. La tecnologia per Genova: un’opportunità ma soprattutto una necessità in questo momento di recessione del Paese.
“L’Italia è un paese fermo – spiega Carlo Castellano, presidente Dixet, questa mattina al convegno su Genova e la tecnologia in programma alla Banca d’Italia – dobbiamo fare qualcosa per avere più giovani e più giovani qualificati e motivati”.
In un momento cosi difficile per le imprese, la risposta alla crisi arriva dalla culla della rivoluzione industriale e della Banca d’Italia, come ricorda Carlo Castellano.
“Non dobbiamo dimenticarci che, oltre alla Banca d’Italia, anche una parte significativa della rivoluzione industriale italiana è nata qui, a Genova, nel 1850, con la nascita della grande industria Ansaldo, che ha portato la città a essere capofila nel settore navale e metalmeccanico, ricordiamocelo: la rivoluzione industriale italiana è partita da qui”.
Inevitabile lo sguardo al passato, quando la crisi che mette in ginocchio l’economia rende sempre più preoccupante il futuro, “e il rischio più grande – mette in guardia Giovanni Calvini, presidente di Confindustria Genova – è che si assista a questo momento storico con assuefazione. Invece, bisogna ripartire, anche se nel 2013 dovremo ancora fare i conti uno sviluppo recessivo della produzione”.
A complicare gli aspetti negativi della crisi italiana, in cui Genova è pienamente coivolta, c’è il suo assetto demografico che ha pochi paragoni in Europa: strutturalmente condizionato da un saldo naturale in negativo, accompagnato da un progressivo aumento degli indici di vecchiaia e dipendenza. La tecnologia, pervasiva in tutti i campi, rappresenterebbe un’opportunità per Genova di attrarre capitale umano e investimenti.
Per questo, Confindustria e Dixet firmano un accordo per lavorare insieme a un progetto industriale, che porti a Genova sempre più giovani.
“Vogliamo che Genova accresca le proprie potenzialità di Città della tecnologia – afferma Castellano – oggi Confindustria e Dixet contano 150 imprese manifatturiere e non, oltre 14 mila dipendenti e più di 4 miliardi di euro di fatturato. Il progetto Genova 2021 vuole far crescere questi numeri”.
E per farlo “sarà fondamentale risolvere la questione Erzelli – commenta Calvini – migliorare la mobilità interna ed esterna della città, offrire maggiori servizi che attirino sempre più giovani da tutto il mondo e soprattutto essere sostenuti da un ordinamento politico-amministrativo in grado di occuparsi di questi processi”.
Fondamentale sarà anche la Città Metropolitana, “un ente nato da un documento che ha lo scopo di tagliare le spese pubbliche – ricorda il sindaco Marco Doria – tutto questo non sarà facile, ma è impensabile che a Genova si smetta di occuparsi di produzione industriale”.
Intanto, dopo la visita lampo di ieri del presidente Cnr Luigi Nicolais (oggi prensente al convegno), per uno dei nodi salienti indicati da Confindustria, quello di Erzelli, c’è ancora molta fiducia.
“Noi siamo molto fiduciosi, abbiamo fatto delle proposte interessanti all’Università – afferma Castellano – sono state valutate già come proposte valide e adesso aspettiamo che l’ateneo ci dia una risposta. Siamo convinti che questo potrebbe essere il momento opportuno per una svolta definitiva. Mi sembra che la riunione del collegio di vigilanza per Erzelli sia stata positiva, così come l’interessamento del Cnr, già un progetto, dell’IIt e di altre aziende che annunceremo presto”.