Genova. Due anni di cassa integrazione straordinaria, che potrebbe partire già il prossimo 1 ottobre, quando con tutta probabilità lo stabilimento di Fegino chiuderà i battenti e la ricollocazione per 26 su 63 dipendenti della Centrale del Latte di Fegino.
Questo il sunto dell’accordo firmato questa notte alle 2, dopo una non stop di 12 ore, da azienda e organizzazioni sindacali per ciò che riguarda i lavoratori genovesi dell’ormai ex Latte Oro
“Sei degli attuali dipendenti dell’area amministrativa conserveranno il loro posto” spiega Fabio Allegretti della Cigl, oggi a Roma insieme ai colleghi di Cisl e Uil per siglare l’accordo al Ministero del Lavoro.
Per 20 dei 63 lavoratori i sindacati hanno ottenuto la ricollocazione presso la AF Logistics, l’azienda che gestirà per Lactalis la piattaforma logistica di Bolzaneto a pari retribuzione. “Abbiamo anche ottenuto – spiega Allegretti – la garanzia che, qualora la ditta appaltatrice della logistica fosse sostitutita, i lavoratori avranno comunque la garanzia del loro posto per due anni”.
I contenuti dell’accordo verranno illustrati domattina ai lavoratori nel corso di un’assemblea presso la sede dello stabilimento di Fegino.
Per quanto riguarda il futuro del sito di Fegino, i sindacati hanno chiesto un nuovo incontro alle istituzioni locali. Lactalis, nel corso dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico di venerdì scorso, aveva spiegato di aver trovato un acquirente per il sito che avrebbe assorbito tutti gli attuali lavoratori, oltre a procedere a un centinaio di nuove assunzioni. Non sono stati fatti nomi, ma a circolare con insistenza è la voce che a giocare un’ultima carta per tentare di aprire un “iper” a Genova sia l’Esselunga di Bernardo Caprotti (anche se il presidente della Regione Burlando ha già chiarito che non se parla di aprire un centro commerciale a Fegino).
“Certamente si tratta di parole – dice Allegretti – ma vogliamo parlare con le istituzioni di questa possibilità e anche di eventuali alternative, visto che Lactalis si è detta disposta a valutare altre offerte”. A patto che non venga prodotto latte, questo è ormai chiaro.