Bolkestein, sviluppo del turismo e tassa di soggiorno: oggi le richieste della Liguria al ministro Gnudi

angelo berlangieri

Liguria. Bolkestein e futuro dei balneari, modifica della tassa di soggiorno e tanto altro ancora. Queste sono soltanto alcune delle proposte che la Regione Liguria farà oggi al ministro Gnudi durante la presentazione del piano strategico 2020 del turismo.

Angelo Berlangieri, assessore al Turismo, è netto: “Ci aspettiamo un documento che affronti gli aspetti economici e fiscali del comparto e la crescita, delle imprese ricettive e di come sviluppare il turismo, non un piano di marketing e brand e comunicazione”.

Ma nell’agenda dell’assessore sono tanti i punti da chiarire con il Governo Monti al tavolo del ministro Gnudi, alle 10.30, negli uffici di Via della Stamperia. Un piano condiviso dalle altre regioni italiane che domani si aspettano novità per ripartire e provvedimenti, anche economici e fiscali, che diano ossigeno alla crescita del comparto.

Comprende il “no” a possibili modifiche del dettato istituzionale che assegna alle Regioni le competenze sul turismo, la richiesta di un immediato sblocco dei finanziamenti (oltre 100 mln) dei progetti di eccellenza delle regioni, bloccati nonostante abbiano da tempo ottenuto anche il via libera dalla Corte dei Conti, la tassa di soggiorno da cambiare e subito una risposta per superare i problemi creati dalla direttiva Bolkestein dell’ Unione Europea per le concessioni balneari, per Berlangieri “illogica e irrazionale”. “Una tassa applicata in maniera difforme, a macchia di leopardo, un pessimo biglietto da visita per il nostro Paese”.

Altro argomento di stretta attualità, la direttiva Bolkestein sulle concessioni demaniali a uso marittimo turistico balneare in scadenza nel 2015 per trovare una soluzione condivisa. Sull’invito del ministro a trovare mecenati per finanziare il turismo culturale, la Regione Liguria proporrà di “rivedere la legge che per i privati che utilizzano immobili del patrimonio pubblico prevede un contratto di massimo 8 anni (4+4), troppo pochi per favorire investimenti di capitali”.

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