Cronaca

Attentato Adinolfi, é caccia all’uomo: inquirenti sulle tracce di un “basista” genovese

procuratore genova michele di lecce conferenza adinolfi

Genova. Nicola Gay, 44 anni e Alfredo Cospito, 46, i due anarchici arrestati questa mattina all’alba in seguito alle indagini sul tentato omicidio di Roberto Adinolfi sarebbero stati aiutati da un “basista” residente sul territorio genovese. Queste le ultime notizie sul caso Adinolfi, il dirigente dell’Ansaldo gambizzato nel maggio scorso a Genova.

Gli inquirenti stanno infatti lavorando per cercare di identificare una o più persone che avrebbero fornito supporto agli arrestati. In particolare il “basista” avrebbe ospitato Gay e Cospito immediatamente prima e dopo l’attentato. Le indagini proseguono quindi alla ricerca di una “cellula” genovese del movimento anarco-insurrezionalista.

I due anarchici sono stati incastrati dall’occhio di una telecamera, come spiegato dal procuratore capo di Genova, Michele di Lecce: “Uno dei momenti salienti, ma non l’unico, è stato quello in cui abbiamo individuato i due uomini attraverso la telecamera di un esercizio commerciale di via Galata situata vicino alla zona dove era stato parcheggiato il ciclomotore che gli attentatori avevano utilizzato sia per recarsi, che per allontanarsi dal luogo dell’agguato. Attraverso queste immagini, ma non solo, siamo riusciti a risalite a loro”. Un lavoro lungo e difficile, che ha portato i suoi frutti. “Molto utile è stato anche il documento di rivendicazione pervenuto con molti giorni di ritardo, a causa di un disservizio del sistema postale, a un famoso quotidiano milanese”, ha precisato il Procuratore.

Roberto Adinolfi, 54 anni, venne colpito sotto casa sua a Genova il 7 maggio scorso, poco dopo le 8 del mattino. Un commando di due uomini lo attese in strada e gli sparò a bruciapelo un colpo di pistola ad un ginocchio che gli procurò la frattura della tibia. Poi i due fuggirono in moto. La moto fu ritrovata poco dopo, non lontano dalla stazione ferroviaria di Brignole. L’arma utilizzata nell’attentato era una Tokarev calibro 7.62, in uso alle forze armate dei Paesi dell’Est.

L’attentato era stato rivendicato quattro giorni dopo, l’11 maggio, dalla Federazione Anarchico Informale (FAI) con un comunicato spedito da Genova alla sede del Corriere della Sera in via Solferino a Milano. “Abbiamo azzoppato Adinolfi, uno dei tanti stregoni dell’atomo” era scritto nel testo, firmato ‘Cellula Olga’ in riferimento a Olga Ekonomidou, membro del movimento di ‘Cospirazione delle cellule di fuoco/Fai-Fri’ (Fronte Rivoluzionario Internazionale). La donna era stata arrestata lo scorso 4 gennaio. Secondo quanto appreso, inoltre, Adinolfi era presente tra i bersagli della rete anarco-insurrezionalista dal 2009 per alcune sue posizioni politiche sul nucleare.

Oltre ai due arrestati, è indagata anche Anna B., la compagna di Alfredo Cospito. I due, che vivono in Piemonte, sono proprietari di una casa a Bordighera (Imperia) che è stata perquisita stamani da Digos e carabinieri. Le perquisizioni, effettuate anche in abitazioni della provincia cuneese e a Pistoia, continuano in particolare per trovare l’arma utilizzata per l’attentato. La procura di Genova aveva chiesto l’arresto di Nicola Gai e Alfredo Cospito già a fine giugno ma il Gip disse di no perché mancavano i “gravi indizi” a carico dei due indagati.

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