Lettera al direttore

Alluvione, “Il grave caso di via Ferregiano”: Enrico Musso scrive al sindaco Doria

Caro Sindaco, mi rivolgo a Te per parlare di una grave questione inerente alla manutenzione del rio Fereggiano. Alla fine di Agosto, prima delle (previste) forti piogge, impegnato in una ricognizione dello stato del torrente che generò la tragedia del 4 Novembre 2011, constatai e documentai lo stato di degrado in cui tuttora versano quello e altri torrenti che attraversano il territorio genovese.

Il 22 Agosto, a pochi giorni da una preannunciata “bomba d’acqua” che per fortuna non ebbe luogo, il Comune comunicò ai condomini dei civici 28 e 30 di via Fereggiano che l’Amministrazione Civica avrebbe dato avvio ai lavori di pulizia del greto del torrente Fereggiano, dal momento che i due condomini frontisti erano stati inattivi sino a quel momento.

Nella stessa lettera il Comune anticipava che le spese sarebbero state comunicate e addebitate a saldo, senza peraltro che i condomini fossero messi nelle condizioni di partecipare alla scelta delle imprese e alla verifica della congruità del prezzo e dell’effettivo svolgimento delle attività. Ciò appare ai cittadini (riuniti in assemblea di condominio lo scorso 6 Settembre) ancor più grave in quanto non solo viene loro richiesto, con argomentazioni discutibili che potrebbero formare oggetto di ricorso amministrativo, di pagare di tasca propria la manutenzione del rio (dopo non aver ricevuto alcun contributo per i danni subiti), quanto perché la comunicazione lascia intendere che i danni passati e quelli eventuali futuri sono e saranno responsabilità dei residenti degli immobili, ignorando del tutto il ruolo e la funzione dell’Amministrazione nella gestione e nella cura del territorio e delle acque.

Tralascio le questioni tecniche e giuridiche che inducono a ritenere quanto meno fondata l’ipotesi di un ricorso amministrativo, per concentrarmi su una considerazione politica. Ritengo “politicamente”, prima che giuridicamente, inaccettabile l’orientamento dell’Amministrazione: cittadini che un anno fa si sono visti franare davanti a casa tonnellate di detriti portati a valle da un torrente infuriato, dopo aver subito pesanti danni, si vedono oggi chiamati a pagare un conto non loro, come se fossero stati i responsabili della tragedia. Allora, delle due l’una. O si tratta di un’iniziativa degli uffici comunali, e in tal caso mi auguro che dopo attenta valutazione dell’accaduto, e delle norme che regolano la gestione di queste fattispecie, dal primo cittadino possa venire un ripensamento circa l’orientamento posto in essere dall’Amministrazione con la lettera del 22 Agosto.

Un provvedimento che annulli gli effetti prodotti dalla lettera sarebbe in tal caso opportuno e urgente. Se invece il contenuto della lettera rispecchia la volontà politica del Sindaco e/o della Giunta, tesa a far gravare sui cittadini l’impreparazione – propria e/o dei predecessori – a gestire questa delicata questione, sarebbe doveroso che il Sindaco si assumesse in prima persona la responsabilità. Considerata la precarietà dell’assetto idrogeologico del nostro territorio, ma anche e soprattutto l’incuria e l’ignavia di chi ha gestito la città in questi decenni; sentite le incaute rassicurazioni dell’assessore competente, secondo il quale la situazione era (testualmente) “sotto controllo”, pochi giorni prima che tu stesso, a mio avviso giustamente, ti dicessi in un’intervista “fortemente preoccupato”; appreso con incredulità, dai residenti dei palazzi in questione, che il Presidente di Municipio avrebbe affermato di essere pronto a fermare le manutenzioni qualora venisse interposto ricorso amministrativo (“e poi che succeda quello che deve succedere”); diviene, credo, urgente e non rinviabile un momento di chiarezza e di assunzione di responsabilità da parte di tutti.

Conoscendoti da anni, attendo da parte Tua una risposta chiara e non ambigua, consapevole della gravità e delicatezza del caso.

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