Roma. “Il Tribunale del Riesame ha già sbagliato nei miei confronti, 17 giorni di carcere non sono pochi, ma oggi si gioca un’altra partita e spero in una maggiore serenità”.
Così Cristian Bertani oggi nella seconda giornata del processo sportivo di Calcioscommesse. Il giocatore della Sampdoria è stato arrestato, e poi liberato, lo scorso maggio su richiesta della Procura di Cremona, nell’ambito dell’inchiesta New Last Bet.
Il Procuratore federale Stefano Palazzi ha chiesto 3 anni e 6 mesi di squalifica per la presunta combine di Novara-Siena, Bertani si è difeso di persona.
“Con Carlo Gervasoni fino ad un anno fa c’era un rapporto di amicizia e i nostri rapporti erano radicati nelle rispettive famiglie – ha spiegato riferendosi al pentito -. Una volta che ho rifiutato una sua proposta economica sono iniziati per me i problemi e le accuse da parte sua. Non posso pensare che per liti e gelosie venga coinvolta la mia famiglia: le carte in vostro possesso possono cambiare il mio futuro. Ho chiesto alla Procura un confronto con lui, ma mi è stato negato. Per avere un confronto ci vogliono due uomini”.
“Tutto quello che ho costruito nel calcio l’ho fatto attraverso le mie qualità – ha aggiunto Bertani ai giudici della Commissione Disciplinare – , vincendo cinque campionati, tre consecutivi negli ultimi anni. Per questo vi chiedo di prestare attenzione alle carte”.