Cronaca

Bomba nel porto di Genova, l’ordigno è stato fatto brillare nella cava di Pallare: operazioni concluse

Bomba porto Genova

Genova. E’ stata fatta brillare nella cava Bagnasco di Pallare la bomba ritrovata nel porto di Genova durante i dragaggi in calata Bettolo. Il brillamento è avvenuto alle 15.15 e le operazioni si sono concluse definitivamente alle 15.30.

“Tutto è andato benissimo grazie alla perfetta collaborazione con la protezione civile, la Prefettura, i vigili del fuoco, la capitaneria e le forze dell’ordine – spiega il capitano Gianluca Bruno – nelle operazioni di brillamento non abbiamo incontrato nessun problema”.

Tutto si è svolto nella più totale regolarità, quindi, grazie al coordinamento e alla precisione degli artificieri del 32° Reggimento Genio della Brigata Alpina Taurinense, che hanno usato la “pinza a razzo” per svitare le spolette della bomba, ancora intatte e armate.

Le operazioni di spolettamento dell’ordigno sono durate leggermente più del previsto perché il primo tentativo non era andato a buon fine. Gli artificieri dell’esercito, quindi, hanno dovuto “armare” nuovamente la speciale pinza ed effettuare così un secondo tentativo.

La bomba, una volta resa inerte, è stata trasportata alla cava Bagnascosu un automezzo speciale con la scorta dei vigili del fuoco e delle Forze dell’ordine. Lì è avvenuto il brillamento, che ha decretato la fine definitiva dell’ordigno bellico.

La bomba di Genova, che era composta da ben 227 chili di tritolo, rientra tra gli interventi di bonifica di residuati bellici effettuati dall’inizio dell’anno solo nel nord-ovest, che con quello di oggi salgono a 39.

Ora il capoluogo ligure si è liberato dell’ordigno e poco dopo la sua partenza verso Savona la situazione è tornata alla normalità, anche se non sono mancate le polemiche da parte dei turisti scesi dal traghetto proveniente da Olbia, che si sono rimasti bloccati in coda e si lamentati per la mancanza di informazioni.

Pronta, però, è arrivata anche la risposta della capitaneria di porto genovese, che ha invece ribadito quanto l’informazione sia stata capillare sia sui tempi che sui divieti.

L’ordinanza 224/12, infatti, specificava tutte le decisioni in materia di sicurezza ed era stata resa nota via web e via fax a tutte le compagnie di navigazione, a tutti gli uffici competenti e a tutte le attività che si trovano in porto e che erano interessate al disinnesco della bomba.

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