Politica

Bocelli chiude Portofino per 2 giorni, Pcl: “Non bloccheremo i tir”

Andrea Carannante

Portofino. Il giorno del concerto di Andrea Bocelli si avvicina e la polemiche non si placano. “Ormai ci siamo: arrivano i TIR di Bocelli, per le registrazioni a Portofino del suo concerto privato, per soli vip. E arrivano i divieti, le restrizioni alla circolazione degli automezzi pubblici e privati, e persino al transito pedonale. Restrizioni che riguardano tutti i liberi cittadini, residenti ed ospiti. Sono davvero tutti contenti di questa situazione? A quanto pare sì”, spiega Andrea Carannante, Pcl Tigullio.

“Alle tante, tantissime voci di protesta che hanno preso corpo sui social network, alle dichiarazioni altisonanti della Pulce, di alcuni esponenti dell’opposizione e dell’associazionismo cittadino (escluso No Depuratore Ronco disponibili al blocco), non ha fatto seguito nessun atto concreto. La riunione da noi convocata per stabilire i tempi e i modi della protesta è andata deserta, e non ci resta che prenderne atto, con rammarico”.

“Il nostro compito non era certo quello di guadagnare visibilità, ma di stimolare la cittadinanza ad esprimere il proprio dissenso di fronte ad un’iniziativa inutile, elitaria ed invasiva, che per l’ennesima volta anteponeva l’interesse di pochi a quello di tanti: i tanti cittadini senza voce trattati ancora una volta come sudditi”.

“Certo, potremmo muoverci da soli, con le nostre bandiere, e dare vita ad una protesta che ci guadagnerebbe facili consensi. Ma del consenso non ci accontentiamo. Vogliamo che chi è davvero e sinceramente intenzionato a far valere le proprie giuste ragioni capisca che non basta un comunicato stampa, una dichiarazione ad effetto o qualche centinaio di post su facebook. No, occorre un passo ulteriore: l’auto-organizzazione, la mobilitazione, l’esercizio diretto di quella democrazia che ci viene ogni giorno negata da quelle classi dominanti che hanno il potere di trattarci come burattini nelle proprie mani.
Se manca questo, restano solo i discorsi, e di quelli se ne sono fatti fin troppi. Mentre altri, organizzatori del finto concerto ed amministratori locali, pensavano ai fatti. Ed eccoci serviti”, conclude Carannante.

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