Genova. Confermata per giovedì 26 luglio la giornata di sciopero delle farmacie della provincia di Genova, la mobilitazione, indetta a livello nazionale da Federfarma contro la “Spending review”, implicherà la chiusura dell’80% delle 297 farmacie private.
Sarà garantito il servizio minimo, con l’apertura delle farmacie di turno. Una manifestazione di piazza è prevista giovedì mattina, con concentramento alle 11 in piazza De Ferrari e successiva marcia sulla prefettura.
Secondo le stime di Federfarma, l’effetto immediato della “Spending review” a Genova per quanto concerne i servizi sarà il taglio del Cup (Centro unico di prenotazione visite ospedaliere), la riduzione del turno nei giorni festivi, la contrazione delle disponibilità di magazzino che implicherà l’impossibilità di reperire immediatamente gran parte dei farmaci. Dal punto di vista occupazionale, si stima la perdita di 170 posti di lavoro che equivale al 10% dell’occupazione diretta, oggi pari a 1700 unità, tra titolari e collaboratori.
Inoltre il 10% delle farmacie è a rischio default a causa dell’indebitamento: ulteriori tagli potrebbero condurre in breve al fallimento.
“Lo scenario che si prospetta è desolante – commenta il presidente di Federfarma Genova, Giuseppe Castello – Il governo ha assestato alla categoria un colpo che questa volta non sarà in grado di ammortizzare. Finora abbiamo fatto da ammortizzatore sociale, ma ora saranno necessari tagli ai servizi al cittadino e licenziamenti. Tra i nostri collaboratori c’è molta incertezza e inquietudine”.
La manovra prevede un ulteriore aumento dello sconto obbligatorio che le farmacie private applicano al Sistema sanitario nazionale. E’ prevista una contrazione della spesa per la farmaceutica territoriale convenzionata.
Il governo ha individuato un nuovo tetto i spesa pari all’11,5% rispetto al precedente 13,3%. Per contro, per la spesa farmaceutica ospedaliera viene innalzato il tetto di spesa che passa dal precedente 2,4% al 3,2% per cento.
La spesa territoriale nel 2011 è stata del 13,2% del Fondo Sanitario Nazionale, al di sotto del tetto (13,3%), nonostante sia calcolata al suo interno una parte cospicua della spesa sostenuta direttamente dai cittadini (1,3%). Quella ospedaliera, invece, è stata pari a 3,6%, superando il tetto del 2,4%.
“La manovra avrebbe dovuto tagliare i rami secchi della spesa farmaceutica, mantenendo quelli sani – sottolinea Castello – Paradossalmente è successo il contrario: tagli sono stati applicati alla farmaceutica territoriale, da sempre in pari e in grado di fornire la rendicontazione trasparente e corretta. Nella spesa farmaceutica ospedaliera vi sono sprechi conclamati, eppure per questa voce di spesa sono previste maggiori sovvenzioni”.