Cronaca

Scontri in Val di Susa, Silp Cgil: “I poliziotti genovesi non vogliono diventare né carne da macello, né carnefici”

Roberto Traverso, segretario Silp Cgil

Genova. “I poliziotti del 6° Reparto Mobile di Genova Bolzaneto, da quando hanno iniziato il delicato impegno in Val di Susa, hanno portato a casa feriti e mezzi distrutti”. Il segretario Silp Cgil, Roberto Traverso, lancia l’allarme sull’ordine pubblico in Val di Susa dove nel week end si sono verificati disordini e scontri tra manifestanti e polizia.

“Oggi i lavoratori del 6^ Reparto possono contare su un nuovo Comandante – spiega Traverso – che da pochi giorni ha sostituito un dirigente poco presente e che spesso ha fatto mancare l’autorevolezza necessaria all’interno di una convulsa e spesso improvvisata organizzazione dei servizi”.

Però “non esitiamo a dire che di fronte a quanto visto negli ultimi scontri, dove la premeditazione e la volontà di fare “male” è stata sotto gli occhi di tutti, riteniamo che questi lavoratori vengano finalmente ascoltati e tutelati.

Parlando con i colleghi genovesi coinvolti negli ultimi scontri il commento è unanime, aggiunge ancora il segretario Silp: “..questa volta è andata bene… la prossima volta qualcuno ci lascia le piume…”.L’idrante del 6^Reparto è stato letteralmente distrutto dal lancio di massi enormi, bulloni di ferro con le fionde, lancio di bombe carta e quant’altro. Tutto questo è inaccettabile”.

“Senza entrare nel merito delle motivazioni della protesta, e ribadendo con fermezza che la democraticità delle nostre piazze debba essere garantita con un
modello di ordine pubblico basato sulla prevenzione, è giusto che qualcuno ascolti chi non vuole diventare oggetto e strumento per reazioni violente che non farebbero altro che inasprire ed aggravare la situazione.

Occorre pertanto che chi di competenza intervenga immediatamente con interventi strutturali e logistici adeguati per rendere inaccessibili i cantieri aperti per la TAV.

Nei costi preventivati per la costruzione della linea ferroviaria super veloce bisognerebbe aggiungerne altri che evidentemente non sono stati previsti per risparmiare.

Se una recinzione non basta.triplichiamola. Se il cantiere non è sufficientemente protettooccorrono fondi e risorse per renderlo sicuro. La sicurezza in questo caso non la si può garantire aumentando le truppe, affilando le lame o evocando l’intervento dell’Esercito (tra l’altro già presente).

I colleghi del 6^ Reparto Mobile non vogliono diventare carne da macello e nello stesso tempo non vogliono diventare carnefici. Attori di una guerra assurda che sta stà sfuggendo di mano a chi deve garantire sicurezza e dignità istituzionale sul territorio nazionale”, conclude Traverso.

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