Cronaca

“PernondimentiCarlo”: undici anni dopo Genova ricorda Piazza Alimonda

Genova. Tra la piazza virtuale e quella reale la distanza da percorrere è il tempo di un tweet: #pernondimentiCarlo. E’ l’hashtag con cui oggi sul popolare social network viene ricordato Carlo Giuliani, undici anni dopo la sua morte, in piazza Alimonda, dove il proiettile sparato dalla camionetta dei carabinieri raggiunse il giovane e lo uccise.

E anche oggi, come ogni anno, rose rosse sono state depositate sul punto esatto dell’asfalto dove Giuliani è caduto, immortalato per sempre nella memoria collettiva di Genova ferita e non solo. Poi l’omaggio al cippo nell’aiuola centrale della piazza.

Uno dei manifestanti con un pennarello ha cancellato il nome di Gaetano Alimonda sulla targa toponomatistica per sostituirlo con “Carlo Giuliani, ragazzo”. Tra la gente, i genitori Haidi e Giuliano Giuliani, il sindaco Marco Doria, Don Gallo, Vittorio Agnoletto, Walter Massa.

Una ricorrenza, quella di quest’anno, a pochi giorni dalle due sentenze di Cassazione che hanno in qualche modo sancito la fine di alcuni episodi del G8. Non, però, la morte di Carlo Giuliani avvolta ancora in un buco nero, e non immune dalle polemiche. “Hanno negato persino un processo – ha detto Giuliano Giuliani – quando a volte un dibattimento pubblico in aula di tribunale può portare a pezzi di verità. Ma noi faremo di tutto per avere diritto a un processo che accerti la verità contro le menzogne indegne messe in atto”.

A distanza di undici anni l’ipotesi di una commissione d’inchiesta può avere senso “ma bisognerebbe ricordare chi fu responsabile, ai tempi, dell’affossamento – ha sottolineato Giuliani – oltre a Di Pietro e Mastella, l’astensione di Luciano Violante fu determinante. Sento che qualche voce si alza all’interno del Pd che oggi rivendica la commissione. Bene, ma facciano i conti anche con alcuni dirigenti che, invece, sarebbe il caso restassero a casa”.

Quest’anno Giuliani è sceso in piazza per “ricordare Carlo”, ma anche “tutte le repressioni che ancora proseguono e che trovano giustizia altalenante”. Il riferimento è alla proporzionalità della pena tra chi ha picchiato e chi ha devastato, oggetto delle due sentenze di Cassazione che hanno condannato rispettivamente polizia e manifestanti. “Bisogna proseguire una battaglia per fare in modo che la giustizia diventi una cosa seria”, ha ribadito Giuliani. In Italia inoltre non c’è il reato di tortura, come ha ammonito ieri il procuratore Monetti “a dimostrazione che la persona umana conta meno dei beni e delle proprietà, assurdo non riuscire a rimettere al più alto punto la dignità dell’uomo e anche la sua stessa vita”, ha detto poi Giuliani.

Un punto su cui è tornato anche l’allora portavoce del Genoa Social Forum, Vittorio Agnoletto: “è inaccettabile che abbia pena maggiore chi arreca danni alle cose piuttosto che alle persone”. In coda non è mancata una nota polemica: “Apprezzo la presenza del sindaco in piazza, è un segno importante di coscienza civile, se penso che c’è stato un altro sindaco (Pericu, ndr) che non ha neppure provato a costituire il Comune parte civile, vuol dire che il tempo è passato e fortunatamente non invano”.

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