Genova. C’è un altro fermo per l’omicidio di Antonio Gragnani, l’ingegnere di 84anni trovato morto nel maggio scorso nel suo letto, nudo e con i polsi legati, picchiato selvaggiamente e poi soffocato forse per un gioco erotico finito male. Il medico legale che analizzò il cadavere dichiarò che l’anziano ingegnere era morto d’infarto.
Poche ore dopo, i carabinieri di Genova arrestarono a Mestre due romeni, ritenuti protagonisti del festino e della rapina. Le maglie delle indagini si erano infatti subito strette intorno al gruppo di giovani gigolò che frequentavano la casa di Gragnani, a Marassi, offrendo prestazioni sessuali in cambio di regali. Ed è stato proprio un dono, il cellulare che il pensionato aveva dato al giovane amante rumeno, a mettere gli inquirenti sulle sue tracce. I carabinieri hanno infatti fermato un connazionale a Mestre in possesso del telefonino di Gragnani. Torchiato dal pm Di Gennaro, l’uomo ha detto di averlo acquistato da un amico che conosceva di vista. Il suo racconto ha convinto il magistrato che lo ha interrogato per diverse ore e alla fine ha deciso di scarcerarlo senza accusarlo di alcun reato.
Oggi i militari del nucleo investigativo di Genova sono arrivati al secondo fermo Setan Caldaras, un romeno di 26 anni, sottoposto a fermo di pg accusato di rapina aggravata in concorso, grazie a una serie di attività di intercettazione e con la collaborazione di alcuni testimoni che avevano visto spesso il romeno recarsi a casa dell’ingegnere.