Genova. Chiare le parole del procuratore generale di Genova, Vito Monetti, in merito al reato di tortura. “Mi auguro che il reato di tortura sia presto reintrodotto in Italia” in ubbidienza alla convenzione Onu sottoscritta anche dall’Italia “che impegna i firmatari a reintrodurre tale delitto”. Lo ha parlando durante la commemorazione della strage di via d’Amelio.
“Il delitto di tortura – ha spiegato Monetti – è un comportamento simile a quello che definiamo ‘delitto di lesioni personali’. Ma interviene un doppio salto qualitativo: da una parte la tortura può essere commessa solo da pubblici ufficiali mentre d’altra parte è la particolare efferatezza delle condotte. Questo stesso tipo di salto qualitativo – ha aggiunto – ha formato oggetto di contestazioni per la sentenza sui black bloc. Il concetto è: il comportamento di chi brucia un cassonetto e di chi brucia un intero edificio sono identici o si verifica un salto di qualità? E lo stesso dicasi per l’omicidio di una singola persona e per quello di strage: sono una cosa identica o anche lì c’é un salto qualitativo? I delitti contro l’umanità – ha spiegato Monetti – sono imprescrittibili: è questo l’altro problema su cui riflettere”.