Cgil: “I servizi pubblici non sono in vendita”

cgil manifestazione

Genova. Il 12 e 13 giugno 2011 oltre il 95 per cento degli italiani che si sono recati alle urne ha votato SI al Referendum per mantenere pubblici Acqua e Servizi Locali, abrogando l’art. 23 Bis del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 (decreto Ronchi). Una vittoria importante soprattutto per la partecipazione (oltre 25 milioni di Italiani sono andati a votare) che, per la prima volta dopo 16 anni, supera il quorum facendo valere il voto referendario. La CGIL ha sostenuto ed appoggiato, da subito, i comitati per il SI, non solo per l’acqua come bene comune, ma anche per tutti i servizi pubblici locali.

Un mese dopo il governo Berlusconi con l’articolo 4 del decreto legge 138/2011 e successivamente il Governo Monti con il DL 1/2012 (c.d. CrescItalia), calpestavano l’esito del referendum riportando in vita l’art. 23 bis obbligando gli enti a mettere a gara i servizi pubblici locali, trasporto pubblico locale compreso: uno schiaffo alla democrazia inaccettabile. Una offesa alla stragrande maggioranza degli italiani che, con il voto, ha espresso la propria contrarietà alle privatizzazioni.

Il 20 luglio 2012 la Corte Costituzionale, grazie ai ricorsi promossi da 6 Regioni (Puglia, Lazio, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Sardegna) restituisce la voce ai cittadini dichiarando illegittimo l’art. 4 del DL 138/2011 e tutte le successive modifiche affermando il principio per cui i servizi pubblici locali non devono essere venduti.

Per il trasporto pubblico locale in Liguria è una vittoria che da forza al Sindacato, specie a quei delegati e lavoratori che da subito hanno sostenuto l’illegittimità di tali norme, e che adesso chiedono il ripristino della clausola sociale e dei limiti delle sub concessioni tolte dalla nuova proposta di legge dalla Giunta Regionale dopo l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che segnalava l’incompatibilità delle clausole sociali con l’art.4 del DL 138/2011.
La Corte ha di fatto dichiarato incostituzionale l’art. 4 del DL 138/2011 e pertanto non sussistono più i presupposti per negare quanto le OO.SS. chiedono alla Regione:

– Clausola sociale per tutti i lavoratori

– Limitazione alle sub concessioni

– Integrazione Ferro/Gomma

Questo è quanto chiede il Sindacato e quanto conferma la Corte Costituzionale: la Giunta della Regione Liguria e la maggioranza che la sostiene non hanno più scuse.

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