Economia

Centrale del Latte, è braccio di ferro con Lactalis: lunedì incontro azienda-enti locali

Genova. Sulla Centrale del Latte alcuni interessamenti, anche se per ora ancora informali, ci sono. Ma non bastano, perché di fatto si scontrano di fronte a un muro di gomma per certi versi paradossale: la multinazionale Lactalis, che ha già ribadito la volontà di chiusura di alcuni siti, tra cui quello di Genova, allo stesso tempo, non intende privarsi delle attività produttive in senso stretto e quindi renderebbe impossibile un subentro su Genova di un’attività concorrente.

Uno scenario, confermato oggi dall’assessore comunale Francesco Oddone in presidio davanti allo stabilimento di Fegino, che complica ancora di più una partita già complessa in partenza. “Bisognerebbe costruire una centrale ex novo – spiega Oddone – ma questo significa investimenti ingenti, e realizzare a livello locale una struttura produttiva di questo tipo è estremamente complesso”.

D’altro canto la posizione di Lactalis “che riteniamo grave, è tuttavia legittima, dal momento che è proprietaria dei muri e degli impianti e dunque può impedire la concorrenza e mantenere la distribuzione su Genova del latte Oro”. Latte Oro, va sottolineato, che a quel punto non sarebbe più prodotto nel capoluogo ligure e sarebbe ben diverso da quanto conosciuto alla città. “Questo luogo produttivo deve rimanere tale, non intendiamo cambiare la destinazione d’uso, la Lactalis non si illuda di farci appartamenti e supermercati”, ammonisce l’assessore.

Lunedì alle 13.30 è previsto un incontro in Regione tra i rappresentanti di Lactalis, il sindaco Marco Doria e il presidente Claudio Burlando. Per l’occasione l’assessore Vesco ha chiamato a raccolta i lavoratori invitandoli ad un presidio simbolico sotto il palazzo della Regione.

“L’intera città con un ampio fronte schierato di lavoratori, sindacati istituzioni e consumatori, è talmente coesa che l’azienda, che in principio non voleva accogliere la nostra richiesta di apertura del tavolo di confronto, ci ha ripensato, anche se con una disponibilità diversa da quella che volevamo”, ha commentato l’assessore Vesco. Lunedì “ribadiremo con forza, anche alla luce di questa forte mobilitazione, che la sede di Fegino non deve essere chiusa, ma piuttosto venga rilanciata con una politica di investimenti mai fatti che ha penalizzato il nostro sito”.

Sull’indisponibilità di Lactalis a cedere la centrale, “siamo di fronte a un posizione dura e incomprensibile – ha detto ancora Vesco – ma la fermezza del Comune sul punto di vista urbanistico dovrebbe portare a un ripensamento”. Se poi ci fosse la volontà a cedere il ramo di azienda, marchio compreso, “cercheremo di mettere in atto tutte le azioni per far riprendere l’attività. Con la pressione delle istituzioni la timidezza di operatori che hanno dimostrato disponibilità potrebbe essere superata in vista di risultati reali”.

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