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Calcio, serie D, Lavagnese: la parola al direttore sportivo Paolo Scalzi

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Lavagna. Periodo di mercato anche in casa Lavagnese, come dimostrano le tante operazioni messe a segno nelle ultime settimane dal direttore sportivo Paolo Scalzi che, per il sito ufficiale della Lavagnese, ha rilasciato questa lunga intervista.

Scalzi, quali sono state le vostre strategie?
«Volevamo confermare il più alto numero possibile dei ragazzi che lo scorso anno si sono resi protagonisti di una cavalcata storica, purtroppo, per discorsi di budget e di fuori quota da inserire, abbiamo deciso di lasciar andare più ragazzi di quanto ci aspettassimo. La forma che sta prendendo la squadra è competitiva, sappiamo bene che ripetersi è molto difficile e ogni campionato è una storia a se, ma con il giusto mix di giovani interessanti ed elementi esperti vogliamo provare ad entrare nuovamente in zona playoff».

Molti i volti nuovi arrivati a Lavagna.
«I tre “vecchi” si presentano da soli. Carlos Franca è un giocatore che volevamo prendere da tempo, il contatto vero però c’è stato solamente quest’anno. Negli anni passati Lavagna non era una piazza molto considerata dai giocatori di rilievo, adesso, vedendo la serietà con cui operiamo e i risultati del campo, tutti vogliono vestire la nostra casacca, mi è così possibile arrivare a ragazzi che in passato avrebbero preferito il Piemonte o altre regioni. In questo senso vanno letti gli arrivi di Poesio e Pasquero dal Chieri. Il primo è un centrocampista centrale, un mediano, che si fa sentire molto in mezzo al campo, il secondo è dotato di grandissima tecnica e può giocare sia da seconda punta che da trequartista che da centrocampista, un elemento di grande duttilità. Passando ai giovani, partendo da dietro, sono arrivati Vinci dal Carpi, classe 1993 che ha già giocato alcuni mesi con Merlin, può ricoprire i ruoli di esterno basso di destra o di difensore centrale. Rusca centrale difensivo del 1994 che ha già militato in serie D nelle fila dell’Acqui. La scommessa più interessante è quella di Mosto, attaccante classe 1992 che arriva dall’Entella, un ragazzo con qualità che non è ancora riuscito a fare il salto. In mezzo al campo dovrà mettersi in competizione il 1994 Sparacio, ragazzo con buonissime qualità. Inoltre durante il ritiro ci sarà l’occasione di provare altri giovani, anche della nostra juniores, come Volpecina, Agathe e Foppiano. Per quanto riguarda il capitolo portieri, Dinaro sarà messo sotto contratto con tutta la probabilità dal Casale, di sicuro farà parte della rosa Donetti, portiere del 1993 lo scorso anno alla Pro Vercelli, al momento cerchiamo un altro ’93 forte».

Secondo lei chi si sta muovendo meglio tra le altre compagini?
«C’è ancora l’incognita del girone ma se fossimo in quello dello scorso anno vedo un mercato senza colpi pazzeschi ma con molte compagini che si stanno attrezzando. Il Villavernia ha rinforzato un gruppo già solido, il Santhia vorrà confermarsi su alti livelli, così come il Chieri, bisogna fare attenzione al neopromosso Bra, una buona squadra. Se l’Acqui dovesse prendere un allenatore come Iacolino vorrebbe dire che le intenzioni sono quelle di fare una squadra importante. Vedo un girone molto livellato, non vedo la squadra che spicca come lo scorso anno il Valle d’Aosta o il Chieri».

E le liguri?
«Sarà una bella lotta, anche per la forte rivalità con i nostri vicini del Chiavari Caperana e del neopromosso Sestri Levante che si stanno muovendo molto bene. Il Bogliasco vorrà confermarsi su livelli importanti e l’Imperia, anche grazie alla fusione, potrà allestire una squadra competitiva. La nostra regione ha già dimostrato lo scorso anno quanto il livello sia migliorato rispetto le passate stagioni, anche vedendo quello che ha fatto il Vallesturla negli spareggi».

Quali sono i vostri prossimi appuntamenti?
«Ci raduneremo il 20, la mattina del 21 faremo i test fisici e da lunedì 23 partiremo a ritmo pieno con la preparazione fino alla gara di Coppa Italia».

Parlando di settore giovanile invece?
«Ripartiamo con la stessa metodologia e ambizione dello scorso anno. La Juniores nazionale, sempre in mano a Ghiorzo, è un gruppo davvero interessante. Nelle altre leve abbiamo attuato una rotazione a livello di allenatori, una nostra politica che vien ben accettata e permette di variare i metodi di allenamento dei ragazzi. A prescindere dal risultato del campo vogliamo continuare a lavorare con la grande qualità delle scorse annate».

Torniamo un attimo alla scorsa stagione, quale è stato il momento più emozionante?
«Riguardando tutto a mente fredda posso citare la vittoria nei playoff contro il Santhia. In campionato eravamo reduci da due sconfitte contro i granata, vincendo ci siamo presi una bella rivincita sportiva che ci ha permesso di passare al secondo turno. Durante il campionato ci sono stati molti momenti chiave, la vittoria nel derby con il Caperana che ci ha permesso di accedere matematicamente ai playoff, una doppia soddisfazione. O ancora il periodo successivo a dicembre, dopo aver attuato delle scelte di mercato impopolari la squadra ha avuto un vero cambio di rotta che è coinciso con vittorie e bel calcio, la gente che ci è venuta a vedere si è sempre divertita, grande merito dell’importantissimo lavoro svolto da Dagnino. Coniugare i numeri allo spettacolo è il top per un allenatore e penso che durante l’anno si sia sentito gratificato».

Vuole aggiungere qualche cosa?
«Sì, voglio ringraziare tutti quei ragazzi che non sono più con noi ma sono stati grandi protagonisti durante lo scorso campionato, i vari Menchini, Gallotti, Pagliero, Valente, Dinaro, Sciutti, Pomo, sperando di non dimenticare nessuno. Non è stato facile rinunciare a ragazzi del genere, tutti avrebbero meritato di stare con noi per quanto fatto sul campo ma esistono altri tipi di scelte, non solo tecniche, rimarranno comunque nella storia della Lavagnese».

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