Cronaca

Amt, tensione a Tursi, linea dura dei sindacati: “Privatizzazione dannosa e temeraria, la ostacoleremo con ogni mezzo”

consiglio comunale amt 4

Genova. “I km sono diminuti, il biglietto è aumentato, il parco mezzi è ridotto di qualità e quantità, e il Comune deve dare a Ratp 25 mln di euro”. L’elenco dei no alla privatizzazione di Amt è presto fatto: i sindacati, oggi a Tursi per cercare il rinvio della delibera già approvata dalla giunta Doria e oggi al vaglio dell’esame del consiglio comuanle, snocciolano i dati di quella che è considerata un’operazione a perdere a priori.

“La privatizzazione non risolve il problema di bilancio Amt, nessun privato viene a fare beneficienza – commenta Andrea Gatto, Faisa Cisal – nè i probelmi del trasporto pubblico locale, perché i soci privati farebbero subito due cose: taglio al servizio, con conseguente esubero del personale, e aumento delle tariffe”. E’ già successo con i francesi, ripetono compatti i rappresentanti dei lavoratori a palazzo Tursi, a riunione terminata mentre l’Aula Rossa è gremita e carica di attesa.

“Lo abbiamo ripetuto al sindaco e ai capigruppo, lo ripeteremo in consiglio. Se voglionpo ripetere l’esperienza della privatizzazione ricordiamo che in questi anni i km sono diminuti, il biglietto è aumentato, il parco mezzi è invecchaito di due anni e il Comune deve dare a Ratp 25 mln di euro”, sottolinea Gatto. Nel frattempo “Tursi ha venduto la rimessa di Boccadasse e l’officina Guglielmetti privandosi del suo patrimonio per recuperare 50 mln. Se oggi votano la delibera ostacoleremo il progetto con tutte le iniziative sindacali”. L’11 settembre è indetto il primo sciopero di 24 ore “se l’aria che tira è questa sarà ultra confermato”, aggiunge Gatto.

L’imperativo dei sindacati è unico: “Ai capigruppo abbiamo chiesto di cambiare gli orientamenti contenuti nella delibera – spiega Corrado Cavanna, Filt Cgil – sapendo che l’intervento sul tpl richiede azioni diverse di quelle contenuti nella delibera e che vorremmo discutere prima dell’approvazione della delibera”.

Sotto accusa la linea d’indirizzo che prevede la messa a gara di quote sostanziose dell’azienda. “Abbiamo già sperimentato che questo processo è dannoso – continua Cavanna – riproporlo in termini non chiari in un quadro che si misura tra l’altro con normative europee e nazionali che non garantiscono certezze a lavoratori e utenti, lo giudichiamo temerario, vorremmo almeno poterne discutere prima”.

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