Regione. Potrebbero slittare dopo la metà di settembre le ipotesi di riforma sull’accorpamento del 118, sul declassamento degli ospedali e i relativi tagli dei pronto soccorso.
Lo ha annunciato l’assessore regionale alla sanità Montaldo che, visto l’allungamento dei tempi, non ha escluso che potrebbe esserci un certo margine di trattativa per intervenire sulla riforma della Regione.
“Adesso vedremo in Consiglio con che tempi ci muoveremo – osserva l’assessore – ma credo che possiamo anche farlo alla ripresa dei lavori. L’importante è che i cittadini sappiano che questa non è una misura economica anche se ha un risvolto economico. E’ una misura per dire esattamente la verità ai cittadini quando diventano utenti-pazienti su cosa c’è in una certa struttura. Il sistema sanitario non è in grado di garantire ad esempio quattro pronto soccorso che non sono tali e per essere tali richiederebbero investimenti di molti milioni in personale in un momento in cui non possiamo assumere e dobbiamo concentrare”.
Nell’ambito della razionalizzazione della Sanità ligure e relativamente all’ipotesi di un unico centro operativo 118 a Genova è intervenuto anche il vicepresidente del consiglio regionale Luigi Morgillo, che ha affermato di non avere nulla in contrario “a ridurre i costi ovunque sia possibile, ritengo che sia doveroso tenere sempre presente che ogni misura di razionalizzazione e di taglio dei costi, soprattutto quando si tratta della sanità e della salute dei cittadini, deve tenere nel debito conto e con la massima priorità la sicurezza dei cittadini”.
Tra le questioni da tenere nella giusta considerazione, sempre secondo Morgillo, vi è “la valutazione dei costi: la centrale operativa del 118 di Genova dovrà essere ristrutturata con almeno 2-3 posti operatore per poter far fronte alle richieste di soccorso di tutta la Liguria di Levante, oltre il normale carico di lavoro svolto attualmente. Essendo da poco ristrutturata e già al massimo delle potenzialità andrà riorganizzata anche dal punto di vista edile, ma soprattutto tecnologico. Inoltre – aggiunge Morgillo – un costo non indifferente sarà rappresentato dalle linee punto che dalla C.O. 118 di Genova dovranno essere connesse alla Prefettura della Spezia, al comando provinciale dei VVF di SP, al 112 ed al 113 provinciali della Spezia”.
“Peraltro i pronto soccorso che abbiamo deciso di tagliare sono tutti abbastanza vicini ad altre strutture. Bisogna sapere che c’è una struttura che dà in modo appropriato questi servizi” ha precisato Montaldo che sulla proposta di Quaini per il pronto soccorso ingauno (ovvero utilizzare gli ortopedici che già operano ad Albenga per il recupero delle fughe come ortopedici reperibili) ha ironicamente commentato: “Se lo fanno gratis, sicuramente ci si può pensare”.
L’assessore Montaldo si è poi soffermato più in generale sul tema dei tagli: “Noi siamo in presenza di un’azione del Governo che incide per un miliardo nella spesa nazionale quest’anno e per 27 milioni in quella ligure. Tutto questo si somma a quanto era stato previsto da Tremonti cioè 8 miliardi in meno tra 2013 e 2014 e quindi credo che abbiamo ragione ad essere molto preoccupati. Tanto è vero che stiamo discutendo ormai in modo molto serrato con il Governo per cercare di far capire che non può esserci un’iniziativa che agisce in modo uguale per tutti. Chi sta facendo e ha fatto operazioni di risanamento nel tempo non può essere trattato come chi continua a galleggiare come se niente fosse”.
“Quando noi abbiamo accorpato servizi amministrativi abbiamo fatto solo bene: Villa Scassi, Santa Corona, San Martino. I cittadini non si sono accorti della differenza dal punto di vista dell’assistenza. Oggi si sta parlando di cose analoghe, ovvero di fare in modo che i servizi amministrativi e tecnici si possano unificare di modo che si possa risparmiare e laddove si gestisce una struttura con 4 mila dipendenti se ne può gestire anche una con altri duemila. Questo non comporta nulla per il servizio e noi vogliamo continuare prima di tutto in questa direzione. Sono reazioni di bandiera quelle che si trovano in questi casi spinte proprio dall’idea che si possa perdere una bandierina. Poi qualcuno magari perde un lavoro che magari svolge da tempo e questo è un altro concetto” conclude Montaldo.