Genova. Non sarà il giorno della verità, ma domani, la riunione pomeridiana che vedrà confrontarsi sindacati e vertici di Amt, alla presenza del neo presidente Livio Ravera, sarà importante quanto meno per determinare le sorti del primo sciopero dei mezzi pubblici nell’era Doria.
Lo stop a bus, metro e ascensori proclamato dalle organizzazioni sindacali genovesi per venerdì 6 luglio è già sul piatto, prima contromossa dei sindacati a quel piano industriale che secondo i rumors sembra immutato rispetto alla primavera scorsa (previsti allungamento dei turni, taglio alle linee, cassa a rotazione). Neppure il segnale arrivato oggi da Tursi con la nomina di Livio Ravera, già alla guida di Atp, alla presidenza di Amt, lasciata vacante da Ermanno Martinetto a maggio, ha raffredato gli animi.
“Il vero problema è sempre lo stesso – commenta Antonio Cannavacciuolo, Uiltrasporti – bisogna vedere cosa riuscirà a fare per recuperare i soldi che mancano”. Oltre ai 20 milioni che spettano al Comune, Amt deve infatti fare i conti anche con gli aumenti strutturali. “L’importante, come abbiamo sempre detto, è che non siano i lavoratori a dover pagare il conto”, un messaggio chiaro sia per l’azienda, che domani per bocca del neo presidente metterà sul tavolo le mosse per il futuro, sia per il sindaco che in epoca di rigore e responsabilità, ha chiesto recentemente sacrifici, lavoratori e sindacati di Amt compresi.
La situazione in cui versa l’azienda, per bocca di Tursi, rimane “consapevolmente seria”. L’obiettivo che l’Amministrazione comunale si prefigge – si legge in una nota di Palazzo Tursi – è quello “di tutelare l’esistenza e le prospettive future dell’azienda, di garantire un servizio pubblico essenziale e di controllare con grande attenzione gli equilibri tra costi e ricavi, elemento quest’ultimo cruciale in un momento di straordinaria delicatezza per la finanza pubblica in generale e per quella comunale in particolare”.
Sullo sfondo l’altro binario della trattativa: la realizzazione del Bacino Unico, con il pressing sindacale sulla Regione per affrettare l’iter legislativo, e, proprio sulle risorse, il rimpallo di responsabilità tra Regione e Comune. “Ora il Comune deve garantire le risorse dello scorso anno e attraverso politiche aziendali mantenere in piedi l’azienda – aveva sottolineato l’assessore regionale al Bilancio Pippo Rossetti presentando l’assestamento di bilancio – La Regione ha fatto sacrifici fortissimi in tutti gli altri comparti per salvaguardare il livello del servizio di bus e treni”