Genova. E’ arrivato sul binario 11 della stazione di Principe con “solo” 7 anni di ritardo. Parliamo del nuovo treno regionale per i pendolari che Trenitalia ha consegnato stamattina alla Regione Liguria. “Non sono proprio sette anni, ma un po’ meno – dichiara il direttore regionale Trenitalia, Enrico Melloni – siamo incappati in un problema con il nostro fornitore che ha avuto grosso difficoltà nel completamento della commessa e nella fornitura. Abbiamo sopperito con una nuova commessa e il primo treno lo abbiamo consegnato alla Liguria”.
Il futuro, però sarà degli elettrotreni e la Regione spera molto in Bombardier. “Questa è una scelta che non possiamo fare noi – conclude Melloni – Facciamo gare e il più bravo, chi saprà offrire i treni migliore vincerà”.
E mentre il presidente della Regione, Claudio Burlando, ha precisato che il treno di oggi è solo il primo di undici convogli che dovranno arrivare, l’assessore ai Trasporti Enrico Vesco ha ribadito la sua vicinanza ai pendolari e non si è certo tirato indietro nel criticare fortemente le ultime affermazioni dell’ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, che ha paventato la scomparsa dei treni regionali nel 2013
“Ieri ha fatto un’uscita incomprensibile, visto che tutti stiamo lavorando per garantire le risorse necessarie al trasporto ferroviario – dichiara Vesco – le sue preoccupazioni sono fondate, ma tutti dobbiamo premere nei confronti del governo perché ripristini quel necessario fondo nazionale trasporti, cioè oltre 2 miliardi di euro”.
L’assessore precisa che la Regione Liguria ha fatto l’impossibile per garantire risorse adeguate. “Certo non lasceremo agire Moretti in questa direzione, anche perché i treni regionali in alcune zone della Liguria costituiscono l’unica modalità per muoversi e non si può tagliare un settore che offre un servizio indispensabile e occupazione”.
Per quanto riguarda il prezzo del biglietto, che Moretti ha definito troppo basso rispetto agli altri Paesi, Vesco precisa: “Fa un paragone con gli altri Paesi ed è vero che il prezzo del biglietto è minore, ma non fa un paragone con il servizio, che in Italia è molto al di sotto rispetto al resto d’Europa – conclude Vesco – Il 95% dei viaggiatori si sposta sulla rete regionale, ma gli investimenti di Ferrovie dello Stato sono ridotti all’osso. Un esempio tipo è quello di oggi. Il treno è in ritardo di 7 anni e avrò scritto circa 200 lettere per averlo. Questa, quindi, è l’attenzione dell’azienda nei confronti del trasporto regionale”.